martedì 5 marzo 2024
“La stima completa dei conti economici trimestrali conferma la crescita congiunturale dello 0,2 per cento dell’economia italiana nell’ultimo trimestre del 2023 rispetto alla stima preliminare di fine gennaio. In termini tendenziali, la crescita è risultata dello 0,6 per cento, in lieve rialzo rispetto allo 0,5 per cento registrato in via preliminare”. Questo quanto indicato dall’Istat, che segnala come la crescita sia spiegata soprattutto “dagli investimenti, dalla domanda estera netta e dalla spesa delle Amministrazioni pubbliche che hanno fornito contributi positivi pari rispettivamente a 0,5, 0,4 e 0,1 punti percentuali”.
Per contro, insiste l’Istituto nazionale di statistica, i consumi delle famiglie e “delle Isp hanno sottratto 0,8 punti percentuali alla crescita del Pil, mentre il contributo della variazione delle scorte è risultato nullo. Tra le componenti dell’offerta – viene segnalato – in crescita dell’1,1 per cento il valore aggiunto dell’industria, per via del forte incremento delle costruzioni cresciute del 4,7 per cento, mentre sono in lieve calo sia l’agricoltura, sia i servizi. In crescita dello 0,8 per cento sono risultate le ore lavorate, dello 0,5 per cento le posizioni lavorative, dello 0,6 per cento le unità di lavoro e dello 0,4 per cento i redditi pro-capite”.
Più precisamente, nel quarto trimestre del 2023, il Prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, “è aumentato dello 0,2 per cento rispetto al trimestre precedente e dello 0,6 per cento nei confronti del quarto trimestre del 2022 – continua l’Istat – la crescita congiunturale del Pil diffusa il 30 gennaio 2024 era stata dello 0,2 per cento mentre quella tendenziale era stata dello 0,5 per cento. Il quarto trimestre del 2023 – viene indicato – ha avuto tre giornate lavorative in meno del trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al quarto trimestre del 2022. La variazione acquisita per il 2024 è pari a +0,2 per cento (era stata stimata pari a +0,1 per cento il 30 gennaio 2024)”.
Riguardo ai principali aggregati della domanda interna, “sono in diminuzione rispetto al trimestre precedente i consumi finali nazionali dello 0,9 per cento, mentre gli investimenti fissi lordi crescono del 2,4 per cento, le importazioni dello 0,2 per cento e le esportazioni dell’1,2 per cento”.
“La domanda nazionale al netto delle scorte ha sottratto 0,2 punti percentuali alla crescita del Pil – sottolinea l’Istat – a seguito del contributo negativo di 0,8 punti percentuali dei Consumi delle famiglie e delle Istituzioni sociali private. Per contro, sia gli investimenti fissi lordi sia la spesa delle Amministrazioni pubbliche hanno fornito un contributo positivo alla crescita del Pil, rispettivamente pari a 0,5 e 0,1 punti percentuali”. Positivo, secondo l’Istituto nazionale di statistica, anche il contributo della domanda estera netta, “che è risultato pari a 0,4 punti percentuali, mentre nullo è stato quello della variazione delle scorte. Si registrano andamenti congiunturali negativi del valore aggiunto – termina l’Istat – nell’agricoltura, silvicoltura e pesca e nei servizi, in misura rispettivamente pari a 0,3 per cento e 0,1 per cento, a fronte di una crescita dell’1,1 per cento nell’industria, sospinta dalla forte crescita nelle costruzioni”.
di Redazione