martedì 9 gennaio 2024
“A novembre 2023 prosegue la crescita dell’occupazione che, rispetto al mese precedente, coinvolge solamente i lavoratori dipendenti, saliti a più di 18 milioni e 700mila; con un aumento di 15mila unità, tornano a crescere anche i dipendenti a termine”. Questo il commento dell’Istat, che va avanti: “Il numero degli occupati – pari a 23milioni e 743mila – è in complesso superiore a quello di novembre 2022 di 520mila unità. Esse corrispondono a un incremento di 551mila dipendenti permanenti e 26mila autonomi mentre il numero dei dipendenti a termine risulta inferiore di 57mila unità. Su base mensile, il tasso di occupazione è invariato al 61,8 per cento, quello di disoccupazione scende al 7,5 per cento, mentre il tasso di inattività cresce al 33,1 per cento”.
Secondo le stime dell’Istituto nazionale di statistica, “aumentano gli occupati e gli inattivi, mentre diminuiscono i disoccupati”. Nel dettaglio, l’occupazione cresce (+0,1 per cento, pari a +30mila unità) “tra le donne (quella maschile rimane sostanzialmente stabile), i dipendenti e gli over 34, mentre cala tra gli autonomi e i 15-34enni”. Tra l’altro, il numero di persone in cerca di lavoro “diminuisce (-3,3 per cento, pari a -66mila unità) per uomini e donne e per tutte le classi d’età, con l’eccezione dei 25-34enni tra i quali invece si osserva un aumento. Il tasso di disoccupazione totale – illustra l’Istat in una nota – scende al 7,5 per cento (-0,2 punti), quello giovanile al 21 per cento (-2,5 punti). La crescita del numero di inattivi (+0,4 per cento, pari a +48mila unità, tra i 15 e i 64 anni) coinvolge uomini, donne e solamente gli individui di età inferiore ai 35 anni; tra i 35-49enni e gli ultracinquantenni gli inattivi sono infatti in calo”.
Nel confronto del trimestre settembre-novembre 2023 con quello precedente (giugno-agosto), “si registra un aumento del livello di occupazione pari allo 0,6 per cento, per un totale di 130mila occupati – insiste l’Istat – la crescita dell’occupazione, osservata nel confronto trimestrale, si associa all’aumento delle persone in cerca di lavoro (+0,7 per cento, pari a +14mila unità) e alla diminuzione degli inattivi (-1,1 per cento, pari a -137mila unità). Secondo l’Ufficio studi di Confcommercio “un mercato del lavoro tonico anche nella parte finale del 2023 conferma come la nostra economia sia stata in grado di attraversare, senza troppe conseguenze negative, un periodo molto complicato, facendo ben sperare per il futuro prossimo: il 2024 potrebbe essere infatti un altro anno di crescita, seppure non brillante”. In ogni caso, viene sottolineato, non vanno trascurati “alcuni elementi di grave e persistente criticità: la partecipazione delle donne al mondo del lavoro, seppure in aumento negli ultimi anni, è ancora molto lontana dai valori medi europei e resta fortemente penalizzante l'elevato numero di inattivi tra la popolazione al di sotto dei 35 anni”.
Il deputato della Lega, Andrea Giaccone, capogruppo in commissione Lavoro, dice: “I dati Istat, che rilevano un nuovo massimo storico di occupati con 520mila unità in più rispetto allo scorso anno, dimostrano che le scelte coraggiose della Lega e del Governo stanno dando i frutti sperati. Numeri reali, non chiacchiere, che premiano l’impegno serio e concreto sulla spinta alle politiche attive sul lavoro, abbandonando anni di assistenzialismo. È evidente che il nostro Paese sta tornando a crescere, con numeri occupazionali in aumento, soprattutto per quanto riguarda i lavoratori dipendenti a tempo determinato e le donne. Le misure che abbiamo fortemente voluto a sostegno di lavoratori e imprese, a partire dal taglio delle tasse per i redditi medio bassi, hanno funzionato. La strada intrapresa è quella giusta”.
Soddisfatta anche Daniela Santanchè, ministra del Turismo: “I dati sul lavoro forniti da Istat dimostrano non solo la bontà dell’operato del Governo Meloni ma anche un’inversione di tendenza della disoccupazione. Se oggi noi vediamo oltre mezzo milione di occupati in più, è perché la nostra idea su imprese e lavoro è chiara e lo abbiamo dimostrato in questa Legge di Bilancio, dove vige il concetto più assumi, meno paghi”.
di Redazione