La settimana di Confedilizia (Podcast)

lunedì 18 dicembre 2023


n.38 del 16 dicembre 2023

Ancora un ben ritrovati ai nostri ascoltatori. In apertura di settimana la stampa ha messo in evidenza la conclusione della trattativa tra le istituzioni europee sulla direttiva europea “case green”, trattativa iniziata lo scorso giugno, con l’accordo su un testo che sarà votato in commissione entro il prossimo 23 gennaio e poi ufficialmente adottato. Tra gli obiettivi principali contenuti nell’intesa c’è il fatto che entro il 2030 tutti i nuovi edifici siano a emissioni zero e che entro il 2050 il parco immobiliare esistente sia composto solo da edifici a emissioni zero. Gli Stati membri dovranno inoltre garantire la ristrutturazione del 16 per cento degli edifici non residenziali con le prestazioni peggiori entro il 2030 e, entro il 2033, questa quota dovrà arrivare al 26 per cento.

Per Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, è stato raggiunto in sede europea un risultato importante, con un accordo che elimina gli obblighi diretti per i proprietari, lasciando agli Stati maggiore libertà di azione. La Confederazione della proprietà immobiliare si è battuta da almeno due anni, “tra scetticismo, accuse di negazionismo, attacchi da parte delle tante categorie interessate ai lavori e qualche ironia di presunti competenti, affinché un’impostazione ideologica e molto pericolosa per l’Italia fosse sostituita da un approccio realistico e di buon senso”.

In altri interventi, i media hanno riportato i dati dell’Agenzia delle entrate che hanno segnalato un calo delle compravendite immobiliari di oltre il 10 per cento anche nel terzo trimestre del 2023. Tale calo potrebbe persino ampliarsi, qualora crisi economica e geopolitica dovessero accentuarsi. È dunque un mercato in decisa contrazione quello che si ha davanti anche per i prossimi mesi dell’anno, almeno stando alle previsioni degli esperti. In calo anche il numero delle case affittate, che sempre secondo l’Agenzia delle entrate si attestano a oltre 200mila, con un meno 4,1 per cento rispetto allo stesso periodo del 2022. A mettere sotto pressione la locazione a lungo termine è ancora una volta il successo del segmento degli affitti brevi, che registra un incremento dei contratti transitori e per gli studenti. Per quanto riguarda invece i prezzi, l’Istat ha reso noto che nel 2023 sono saliti rispetto al secondo trimestre 2022, trainati sia dal nuovo sia dall’usato.

Un cenno a parte merita il rincaro dei mutui immobiliari, i cui tassi sono diventati più cari e hanno raggiunto la soglia del 4,72 per cento. In rilievo ancora negli organi di stampa la prossima scadenza, prevista per il 18 dicembre, per il versamento della seconda rata dell’Imu, la patrimoniale sugli immobili da 22 miliardi di euro l’anno. Lo ricorda la Confedilizia, sottolineando come dal 2012, anno della sua istituzione da parte del Governo Monti, questa imposta abbia pesato su individui, famiglie e imprese per ben 270 miliardi di euro (se fosse rimasta l’Ici, nello stesso periodo di tempo si sarebbero pagati 160 miliardi in meno). La scadenza – segnala ancora la Confederazione – presenta quest’anno un’importante novità, contenuta nell’ultima legge di bilancio: dal 2023, infatti, sono esentati dal pagamento dell’Imu gli immobili non utilizzabili né disponibili, per i quali sia stata presentata denuncia all’autorità giudiziaria in relazione ai reati per violazione di domicilio e invasione di terreni o edifici o per la cui occupazione abusiva sia stata presentata denuncia o iniziata azione giudiziaria penale.

Da segnalare, infine, i molti contributi stampa che hanno ricordato Corrado Sforza Fogliani, a lungo al timone di Confedilizia e della Banca di Piacenza, a un anno dalla sua scomparsa. L’Istituto di credito ha commemorato la ricorrenza con un evento organizzato a Palazzo Galli; Confedilizia ha dedicato al suo compianto presidente il volume: “Sacre scritture e ricchezza, tra miti e realtà”, curato da Sandro Scoppa ed edito dalla stessa associazione in collaborazione con Tramedoro.

La chiusura del podcast è affidata al commento della professoressa Roberta Modugno dell’Università degli Studi Roma Tre: “Sono profondamente convinta che la conoscenza sia dispersa tra milioni e milioni di persone. Nessun grande pianificatore centralizzato può possedere tutta la conoscenza riguardante realtà locali e individuali e non può quindi imporre un piano che sia valido per tutte le realtà locali e individuali, che sole sanno ciò che è meglio per loro, violando, tra l’altro, i diritti di proprietà privata e di libertà degli individui. Volendo parlare di questioni ambientali, non credo affatto che un funzionario pubblico o un burocrate possano essere più saggi e lungimiranti rispetto al singolo proprietario di una risorsa naturale o di un immobile circa la gestione e l’utilizzo della risorsa o dell’immobile”.

(*) Il podcast è a cura di Sandro Scoppa e Gianfranco Fabi


di Redazione (*)