giovedì 2 novembre 2023
Non c’è pace in vita. E forse neanche dopo. Il caro-prezzi piomba come un macigno pure sui defunti. Servizi funebri e costi delle esequie, negli ultimi due anni, registrano una vera e propria accelerazione. Un rialzo da far sgranare gli occhi, il tutto concentrato in 24 mesi tra inflazione, guerra in Ucraina e aumento dell’energia. I dati sono forniti dal Codacons, che ricorda come nel comparto dei funerali operino 50mila occupati, tra diretti e indiretti, con quasi 6mila imprese attive. Il quadro è presto fatto. Bare più costose a causa di maggiori valutazioni del legno. Stessa musica per i rivestimenti in zinco: anche qui spuntano inesorabili gli aumenti di prezzo, a causa dei rincari delle materie prime.
Osservando invece la spesa di un funerale, la cifra oscilla. Ciò può dipendere, per esempio, dagli addobbi floreali o dalla scelta della bara. Ma anche dalla lapide o dai necrologi. Secondo il Codacons, nel nostro Paese un rito funebre, escludendo tariffe cimiteriali e tasse, può andare dai 1.900 ai 3mila euro. Tra le novità, poi, ci sono pure le offerte low cost, con proposte a meno di 1.200 euro. A pesare sulla bilancia, insiste Codacons, e quindi a incidere in maniera consistente sul prezzo finale, è la voce “cassa e accessori” (oltre il 40 per cento del totale). A seguire, abbiamo il carro funebre (20 per cento) e i costi per il personale (15 per cento). Nel Belpaese, infine, per risparmiare sulla spesa, diverse famiglie stanno optando per la cremazione, con una spesa totale che è intorno ai 1.900 euro. Cifra più, cifra meno.
di Toni Forti