Un caffè salato

lunedì 25 settembre 2023


Un caffè decisamente salato. Assoutenti disegna una mappa che riguarda il nostro Paese e che non lascia spazio a interpretazioni: “Rispetto a due anni fa, oggi il caffè consumato al bar costa mediamente l’11,5 per cento in più, con l’espresso che è passato da una media nazionale di 1,04 euro del 2021 agli attuali 1,16 euro”.

Nel dettaglio, viene indicato che solo nei bar di tre città – Catanzaro, Reggio Calabria e Messina – si può ancora consumare un espresso a prezzi inferiori a un euro a tazzina, mentre in ben 22 province i listini superano quota 1,20 euro”.

Ecco, quindi, che a Bolzano c’è il caffè più salato – una media di 1,34 euro a tazzina – poi Trento (1,31 euro), Belluno (1,28 euro), Padova (1,27 euro), Udine (1,26 euro) e Trieste (1,25 euro). Di contro, a Messina l’espresso raggiunge quota 0,95 euro, a Catanzaro 0,99 euro. Stesso costo a Reggio Calabria.

Eppure, sottolinea Assoutenti in una nota, “sono proprio le città calabresi quelle che registrano i rincari dei prezzi più pesanti: stando ai dati ufficiali forniti dal Mimit, a Cosenza il caffè al bar è aumentato addirittura del 36,4 per cento, passando una media di 0,88 euro del 2021 agli attuali 1,20 euro. A Catanzaro – è indicato – il prezzo sale in due anni da 0,80 a 0,99 euro, facendo segnare un +23,8 per cento. A Pescara gli aumenti sono in media del 22 per cento (da uno a 1,22 euro), +20,9 per cento a Bari, +19,5 per cento a Palermo. Bergamo, Ascoli Piceno, Trento e Siracusa registrano rincari attorno al +16 per cento”. Insomma, il giro d’affari per l’espresso è passato “dai 6,24 miliardi di euro di due anni fa ai quasi 7 miliardi di euro del 2023”.

“Prima il caro-bollette che ha portato a una impennata dei costi per i pubblici esercizi, poi i rincari delle materie prime spinti dallo scoppio della guerra in Ucraina hanno determinato sensibili aumenti per le consumazioni nei bar italiani – racconta il vicepresidente di Assoutenti, Gabriele Melluso – incrementi dei listini che, come dimostrano i nostri dati, non sono rientrati nonostante la fine dell’emergenza energetica e quotazioni del caffè meno proibitive. Un danno evidente per le tasche dei 5,5 milioni di italiani che tutti i giorni fanno colazione nei bar dislocati sul territorio. E per tutti quei cittadini che, nell’arco della giornata, non rinunciano alla classica pausa-caffè”.


di Redazione