Aumenta la spesa per colf e badanti

sabato 23 settembre 2023


Aumenta il costo medio delle famiglie per le badanti, che sono sempre più difficili da reperire. E sono sempre più anziane. Questo quanto emerso nel Report Family (Net) Work presentato nei giorni scorsi alla Camera da Assindatcolf e dalla Fondazione studi Consulenti del lavoro.

In sostanza, nei primi sei mesi del 2023 è emersa una crescita media del costo dei servizi di assistenza forniti dai collaboratori domestici, che ammonta a 58 euro (da 733 di gennaio a 791 di luglio). E raggiunge quasi la quota degli 80 euro netti nel caso della badante. Ciò comporta delle ingenti ricadute sui conti familiari. Nello specifico, per la cura degli anziani la spesa delle famiglie va in media da 1.146 a 1.224 euro al mese, per le colf passa da 546 euro di gennaio ai 561 euro di luglio. Per le baby-sitter da 747 a 859 euro.

In totale, nel 2022 l’occupazione scende rispetto al 2021 (circa 100mila unità), giungendo a un milione e 429mila compresa pure una rilevante quota di sommerso. In confronto al 2000, c’è un incremento con 334mila unità in più (+30,5 per cento). Per Assindatcolf, nelle collaborazioni domestiche troviamo il grosso dell’occupazione dipendente irregolare in Italia (35,6 per cento del totale). Ossia un dato da non lasciare da parte, se si osserva “che il settore pesa, in termini occupazionali, per il 7,8 per cento sul totale dell’economia”.

In base ai recenti dati dell’Osservatorio Inps sul lavoro domestico, il numero dei collaboratori familiari nel 2022 ammonta a 894.299 unità, 76mila in meno rispetto al 2021. Di questi, 429.426 (48 per cento) sono badanti e 464.873 colf, baby-sitter o persone che svolgono qualche altro tipo di attività a supporto delle famiglie (52 per cento). Il calo dell’occupazione, per la cronaca, si lega al carovita e al ridimensionamento seguente alla sanatoria introdotta nel 2020. Eppure, pesa anche l’innalzamento dell'età media dei collaboratori.

Un fenomeno, quest’ultimo – spiega il Rapporto – che determinerà un fabbisogno crescente di nuovi collaboratori nei prossimi anni. Negli ultimi dieci anni, la quota di collaboratori con più di 50 anni è passata dal 34,6 per cento del 2013 al 52 per cento del 2022. E per quanto riguarda le badanti tocca il 62,2 per cento. Tra queste ultime, il 26,7 per cento ha più di 60 anni e solo il 16 per cento meno di 40 anni.

Andrea Zini, presidente dell’Associazione, commenta: “Restiamo convinti che per sostenere economicamente le famiglie, ma anche per porre un argine al dilagare del lavoro sommerso, occorra modificare la fiscalità introducendo la totale deduzione del costo che i datori sostengono per colf, badanti e baby-sitter. Rimane il fatto che una spesa irrinunciabile come quella per la non autosufficienza e per i bambini non tutti possono permettersela. È quindi fondamentale – insiste – che, a fianco della deducibilità fiscale, si dia spazio a un assegno unico più sostanzioso e che arrivi presto la Prestazione universale per la non autosufficienza. Contiamo che già nella Legge di bilancio vi siano indicazioni chiare in questa direzione: pensiamo al raddoppio della deducibilità dei contributi Inps, al finanziamento della Prestazione universale, e anche all’inclusione dei lavoratori domestici nellabbattimento del cuneo fiscale e contributivo”.


di Redazione