Lufthansa-Ita: il matrimonio s’ha da fare

giovedì 14 settembre 2023


Le nozze dei cieli fra le due compagnie di bandiera dovrebbe avere un lieto fine.

“Siamo in una fase avanzata del processo di notifica formale della transazione” con Ita Airways “alla Commissione europea e alle altre autorità competenti e non vediamo l’ora di continuare il nostro dialogo costruttivo verso un via libera tempestivo”.

Queste le parole del portavoce della compagnia tedesca Lufthansa, che esce così allo scoperto dopo le polemiche, le indiscrezioni e le ricostruzioni degli ultimi giorni. Il Governo Meloni ha in più occasioni manifestato il suo disappunto per la lentezza di Bruxelles nell’autorizzare l’acquisizione del 40 per cento di Ita Airways. La presidente del Consiglio se l’è presa con il commissario Paolo Gentiloni, che avrebbe potuto essere più attivo nello sveltire i tempi della procedura. La Commissione ha risposto che la competenza è di un altro commissario (alla Concorrenza e non all’Economia) e che comunque sul suo tavolo non sono ancora arrivate le notifiche necessarie. C’è persino chi ipotizza che Gentiloni stia cercando di far rientrare in partita Air France.

Sulla vicenda è tornato a parlare oggi il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, secondo il quale “sarebbe assurdo e incomprensibile che dalla Ue ci fossero freni alla fusione tra Ita e Lufthansa. L’Ue dovrebbe dare un giudizio non solo positivo, ma lodevole. L’Europa – ha ricordato Urso – ha chiesto a tutti i governi che ci hanno preceduto di risolvere la questione ex Alitalia attraverso una privatizzazione. Gli altri governi non hanno saputo affrontare la questione, e noi la risolviamo con una procedura che prevede che una compagnia straniera ne acquisisca una parte, seguendo perfettamente l’impulso che l’Europa ha dato per anni”.

C’è poi il nodo da sciogliere relativo alle cause di lavoro intentate dagli ex dipendenti di Alitalia lasciati a casa. Diverse pronunce hanno stabilito l’esistenza di una continuità aziendale tra Alitalia ed Ita, circostanza che, se confermata, imporrebbe il reintegro dei licenziati.


di Redazione