Legge di Bilancio: evitare la pantomima degli emendamenti

giovedì 7 settembre 2023


La soluzione, vincente, per segnare una netta discontinuità con il passato per l’approvazione della Legge di Stabilità per il 2024 è a portata di mano del Governo Meloni. La situazione economica nazionale e internazionale, a causa del combinato disposto della guerra in Ucraina, dell’alta inflazione e del feroce rialzo dei tassi d’interesse attuato nell’ultimo anno da parte della Federal Reserve americana e della Banca centrale europea, è in forte rallentamento con il rischio concreto di una recessione economica globale. Tutti gli indicatori, che anticipano l’andamento futuro dell’economia, sono in significativa contrazione. L’indice Pmi è il parametro utilizzato per misurare se l’economia è in fase di espansione o in contrazione. Se l’indice Pmi supera i 50 punti l’economia è in espansione, al contrario se è al disotto di detto parametro significa stagnazione o recessione in arrivo. In Europa, in Italia e in particolare in Germania (locomotiva economica d’Europa) il Pmi è stabilmente sotto il limite che segna la fase espansiva dell’economia.

L’Italia, inoltre, sconta un elevato debito pubblico e il rialzo dei tassi d’interesse di riferimento incidono significativamente sul costo del servizio del debito pubblico. L’eccessivo peso degli oneri finanziari che il Tesoro deve pagare ai creditori dello Stato drena risorse al bilancio che non possono essere impiegate in investimenti per politiche economiche anticicliche. Anzi, è indispensabile mantenere un saldo primario della spesa pubblica al netto della spesa per interesse per ridurre il debito pubblico in rapporto al debito. Pertanto, la prima vera Legge di Stabilità che sarà varata dall’Esecutivo di centrodestra dovrà necessariamente tenere in considerazione il contesto economico che è oggettivamente difficile.

La dichiarata prudenza della presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni trova riscontro nella volontà espressa dal ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti. Sono molto positive la serietà e la schiettezza del duo Meloni-Giorgetti nella comunicazione al Paese sulla reale situazione delle nostre finanze pubbliche. È la prima volta che in un governo di centrodestra c’è un idem sentire tra la massima espressione del potere politico, la presidente del Consiglio dei ministri (Giorgia Meloni), e il responsabile della politica economica adottata dal governo (Giancarlo Giorgetti). L’Esecutivo deve affrontare e risolvere i problemi lasciati in eredità da uno scellerato uso clientelare del denaro pubblico adottato nella precedente legislatura che ha fatto lievitare di oltre 400 miliardi il debito pubblico italiano con particolare riferimento al reddito di cittadinanza, al superbonus 110 percento e alle altre provvidenze pubbliche. Per evitare il consueto “assalto alla diligenza” da parte dei partiti della coalizione di governo (a giugno del 2024 ci saranno le elezioni europee) occorrerebbe mutuare le procedure e le modalità che vengono adottate nel Regno Unito per l’approvazione della Legge di Bilancio.

La legge finanziaria in Gran Bretagna prevede due regole fondamentali alle quali la legge di bilancio deve adeguarsi. La Golden Rule (Regola aurea) “che consiste nel fatto che lo Stato possa indebitarsi solo per gli investimenti mentre la spesa corrente deve essere in pareggio”. La Sustainable Investment Rule (Regola degli investimenti sostenibili) “che prescrive il mantenimento, nell’arco temporale di un ciclo economico del debito pubblico ad un livello stabile e prudente”. La funzione della legge di stabilità “ha lo scopo di fornire informazioni sullo stato dell’economia e della finanza pubblica e di presentarne le previsioni tendenziali in coerenza con gli obiettivi economici e fiscali del governo”.

Nel Regno Unito “il voto parlamentare sul bilancio dello Stato rappresenta un vero e proprio atto di fiducia nei confronti del governo”. In sostanza, la legge di bilancio elaborata dall’esecutivo dev’essere approvata o respinta dal Parlamento. Adottare una siffatta procedura per l’approvazione della legge finanziaria, preventivamente, “in conclave,” discussa e approvata dai leader dei partiti alleati di governo, realizzerebbe una vera discontinuità rispetto ai precedenti governi. Si eviterebbe la pantomima di sterili e infinite discussioni in Parlamento su emendamenti di spesa che vengono proposti dai singoli parlamentari che puntualmente sfociano in un maxiemendamento del governo, che pone la questione di fiducia sulla legge di stabilità in prossimità del 31 dicembre, per evitare l’esercizio provvisorio.


di Antonio Giuseppe Di Natale