venerdì 1 settembre 2023
La Banca centrale europea concluderà in autunno lo studio attualmente in corso per individuare i dettagli tecnici per l’introduzione dell’euro digitale. In seguito, deciderà se svilupparlo e utilizzarlo in via sperimentale. La moneta digitale è un argomento di cui si è discusso molto negli ultimi anni, a partire dal boom della diffusione delle criptovalute, e ha interessato molti analisti ed esperti di politica monetaria. Il 19 luglio 2023, durante una conferenza a Singapore, il governatore della Banca centrale cinese Yi Gang ha comunicato che in un anno e mezzo, ossia da quando è partito il progetto pilota, sono stati scambiati yuan digitali per un ammontare complessivo di 250 miliardi di dollari. Anche paesi come Svizzera e Giappone stanno valutando l’adozione di strumenti digitali per seguire la tendenza globale, oramai consolidata, a favore dei pagamenti elettronici.
Alcune caratteristiche e implicazioni pratiche delle valute virtuali, tuttavia, interessano ancora poco il dibattito pubblico. In primo luogo, è utile specificare il rapporto che intercorre tra moneta fisica e virtuale. Paolo Gentiloni, in qualità di commissario europeo agli Affari economici, ha dichiarato in una conferenza stampa sul tema che “i contanti sono qui per restare” e Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione europea, ha ribadito che “un euro resterà un euro” indipendentemente dal fatto che sia in moneta o meno. L’euro digitale, quindi, non sostituirà quello fisico ma sarà uno strumento a parte, convertibile in ogni momento. Concretamente, i pagamenti avverranno tramite un’applicazione gratuita utilizzabile da anche senza connessione internet: si tratterà a tutti gli effetti di un portafoglio digitale.
Un vantaggio dell’euro digitale è che consentirà di superare alcuni limiti generalmente associati al pagamento tramite carta. Il sistema oggetto di studio, infatti, consentirebbe di svincolarsi dai circuiti di pagamento tradizionali, come Visa e Mastercard, eliminando quindi le commissioni e le spese di gestione che vengono attualmente sostenute da consumatori ed esercenti. D’altra parte, è importante considerare il probabile impatto dell’introduzione dell’euro digitale sulle operazioni bancarie. Questa nuova forma di moneta, infatti, sostituirebbe in parte i pagamenti che ora vengono effettuati attraverso il sistema bancario convenzionale, con la conseguenza che le banche potrebbero subire un calo nei loro introiti derivanti dalle commissioni. Per attenuare l’eventuale impatto negativo sulle attività dei conti correnti, si sta discutendo la possibilità di stabilire un limite massimo all’importo che potrà essere detenuto nel portafoglio digitale. Durante una presentazione dell’euro digitale al Parlamento europeo, Fabio Panetta, membro del consiglio direttivo della Bce e prossimo governatore di Banca d’Italia dal primo novembre 2023, ha accennato a un possibile tetto di 3mila e 4mila euro. Questo soglia, secondo gli studi condotti dalla Bce, mitigherebbe gli effetti sul sistema finanziario nel suo complesso, evitando danni eccessivi.
Un ulteriore elemento a favore dell’euro digitale è la privacy che si intende garantire. I pagamenti, infatti, non verranno tracciati e le banche non custodiranno alcun tipo di dato degli utilizzatori. La commissaria ai Servizi finanziari Mairead McGuinness, ha dichiarato a tal proposito che “non è un progetto da Grande Fratello”. Il 27 giugno, Panetta e Dombrovskis hanno scritto un articolo pubblicato sul Corriere della Sera nel quale hanno illustrato il progetto, sostenendo che “non si può ignorare quanto sta accadendo: l’uso del contante come mezzo di pagamento è in calo in molte parti del mondo, inclusa l’Europa. Con il passaggio a un’economia digitale, l’introduzione del contante in forma digitale è quindi il passo più logico da compiere”. Un passo logico, sì, ma non breve. La Commissione europea ha già presentato una proposta di legge per introdurre l’euro digitale nella quale è delineato lo schema legale entro cui si svolgerà il progetto, che comunque dovrà essere approvato anche dal Parlamento europeo e dagli stati membri. Panetta ha già annunciato che la definitiva adozione di tale metodo di pagamento, se approvata, richiede ancora almeno tre o quattro anni.
di Riccardo Cantadori