Extraprofitti: le illiberali distorsioni della Bce

sabato 12 agosto 2023


La lettura dell’interessante articolo apparso su queste colonne ieri a firma di Pietro Di Muccio de Quattro mi sollecita una brevissima riflessione.

Giusto ciò che egli osserva in tema di dinamiche liberali dell’economia e della politica, ma rimane taciuto un dato fondamentale.

E cioè che i così detti extraprofitti delle banche non trovano per nulla origine nel libero gioco del mercato, ma nei ripetuti interventi della Banca centrale europea che in diverse riprese ha innalzato i tassi di interesse, provocando analoga e immediata misura da parte di tutte le banche.

In altre parole, non è illiberale l’intervento del Governo italiano, ma lo è moltissimo questa grave distorsione operata dalla Bce, tossica e gravemente inquinante la libertà del mercato. Si pensi inoltre che la Bce è privata e che le quote della sua governance sono detenute da vari istituti bancari, anche italiani.

Pochi giorni fa Giulio Tremonti, durante un pubblico convegno, ha fatto una osservazione densa di significato. Egli, infatti, ricordando che al momento del passaggio di consegne fra Mario Draghi e Christine Lagarde – rispettivamente presidente uscente e subentrante della Bce – erano presenti i capi dei governi europei, ha retoricamente domandato: “Pensate che se ciò fosse accaduto ai loro tempi, al passaggio di consegne sarebbero stati presenti Adenauer, De Gaulle o De Gasperi?”. 

Evidentemente, no. Perché allora la politica aveva un ruolo al quale oggi ha abdicato, sottomettendosi non al libero mercato, ma alle manipolazioni inique operate dai grandi poteri finanziari e ostili alla vera economia quanto un gatto lo è verso il topo.

Ecco il vero motivo per cui il Governo doveva intervenire: per rimediare parzialmente ad un effetto perverso e profondamente illiberale, in forza del quale, attraverso l’alibi dell’argine all’inflazione, si colpiscono a morte alcuni milioni di famiglie e di imprese, non più in grado di fronteggiare gli interessi passivi dovuti alle banche.

Ebbene, questi profitti locupletati dalle banche sono ingiusti in quanto illiberali, perché generati da manovre speculative nell’interesse di potentati finanziari che di liberale non hanno nulla.

Infatti, non tutti i profitti possono reputarsi per definizione giusti in quanto profitti. Ci sono quelli giusti e quelli ingiusti: questi sono ingiusti perché illiberali.

Con l’effetto assurdo – fra l’altro – di ridurre di qualche punto l’inflazione spalmata su tutti (ricchi e poveri), massacrando invece quella parte di popolazione strozzata dagli interessi bancari: insomma, per avvantaggiare di poco tutti, meglio portare al fallimento gruppi di imprese e di famiglie

Un esito ingiusto e anch’esso illiberale, perché germinato da un sistema squilibrato in cui fra interessi bancari attivi e passivi si apre un baratro incolmabile.

Perché, come è noto, le banche con una mano prendono e con l’altra... pure.


di Vincenzo Vitale