Una nuova pagina dei rapporti tra Italia e Svizzera

mercoledì 2 agosto 2023


È ufficiale. La Svizzera è uscita dalla cosiddetta “lista nera” (o “black list”) italiana stilata nel maggio 1999 tramite decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze al fine di individuare Paesi con condizioni fiscali particolarmente favorevoli per i quali sono previsti controlli specifici per prevenire fenomeni di elusione fiscale. A sancirlo è il ministro al vertice dello stesso dicastero, Giancarlo Giorgetti, con la firma di un nuovo decreto ministeriale. Tale decisione è stata anticipata da un’intesa preliminare tra Italia e Svizzera sottoscritta il 20 aprile 2023 da Giorgetti e dalla consigliera del dipartimento federale delle finanze Karin Keller-Sutter. Ancora prima, il 29 novembre 2022, l’allora presidente della Confederazione Svizzera Ignazio Cassis ha fatto riferimento ai rapporti tra i due Paesi in occasione della visita ufficiale del presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Berna definendo la presenza della Svizzera nella lista come “un disturbo inutile che non ha più ragione di esistere e che sarebbe un bene per la bellezza delle nostre relazioni se non ci fosse più”.

A partire dal periodo d’imposta del 2024, l’esclusione della Confederazione dalla “black list” avrà un profondo impatto per i cittadini e le imprese italiane che operano nella Confederazione. Innanzitutto, viene annullata la presunzione di fittizietà dei trasferimenti di residenza che sino ad ora gravava su chi, provenendo dall’Italia, aveva deciso di stabilirsi in Svizzera. In sostanza, si elimina l’onere della prova per il contribuente, che non sarà più tenuto a dimostrare l’effettività del trasferimento di residenza, pratica talvolta insidiosa. Inoltre, l’uscita della Svizzera dalla “lista nera” comporterà il venire meno del raddoppio delle sanzioni per violazioni relative al monitoraggio fiscale in caso di mancata comunicazione al Fisco del possesso di proprietà immobiliari o finanziarie detenute all’estero.

Altro aspetto di rilevanza conseguente all’emanazione del decreto concerne la riduzione dei termini di accertamento tributario per le attività detenute oltre confine italiano. Se l’amministrazione finanziaria italiana aveva a disposizione fino a dieci anni per effettuare i dovuti controlli, per effetto dell’uscita della Confederazione elvetica dalla “black list” il termine si ridurrà all’ordinario 31 dicembre del quinto anno dalla dichiarazione. Gli effetti del decreto riguarderanno anche le aziende italiane che svolgono operazioni commerciali con la Svizzera, le quali non dovranno più comunicare al Fisco nello specifico l’ammontare di tali transazioni come, invece, l’ordinamento prevede per gli scambi che coinvolgono un Paese presente nell’elenco pubblicato nel 1999.

Questo passo segna un rafforzamento della cooperazione tra Italia e Svizzera in materia tributaria reso necessario anche dall’elevato numero di frontalieri e, in generale, di italiani che lavorano e intrattengono regolarmente rapporti economici in particolare con il Canton Ticino. I processi amministrativi saranno semplificati e gli oneri burocratici ridotti. Si apriranno anche nuove prospettive per agevolare gli investimenti e migliorare le relazioni economiche tra i due Paesi gettando basi solide per una collaborazione ancora più proficua e vantaggiosa. Con il termine delle restrizioni e delle presunzioni punitive, entrambi i Paesi potranno godere di una maggiore fiducia reciproca e di un clima fiscale più favorevole per gli scambi economici e finanziari.


di Riccardo Cantadori