Caro pasta, confronto Governo-imprese

giovedì 11 maggio 2023


L’operazione salva-spaghetti è partita. Si è riunita per la prima volta la commissione di allerta rapida sui prezzi, voluta dal ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, dopo i rincari della pasta di oltre il 17,5 per cento nell’ultimo anno, registrati dall’Istat a marzo. Al confronto hanno partecipato tutti gli attori del settore del grano e della pasta, rappresentanti del Governo, delle istituzioni e delle associazioni.

Se a breve non ci sarà una forte discesa dei prezzi del piatto nazionale, i consumatori sono pronti persino allo sciopero. “Non compreremo pasta per 15 giorni”, ha minacciato al tavolo il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi. Una protesta dura e, per alcuni, un sacrificio quasi intollerabile che potrebbe forse non essere necessario. Il Garante per la sorveglianza dei prezzi, Benedetto Mineo, presidente della commissione, si attende a breve una significativa discesa del costo della pasta e annuncia che il monitoraggio dei prezzi continua. Già adesso, secondo la relazione delle istituzioni tecniche e di statistica presenti al tavolo, Istat, Ismea e sistema camerale, ci sarebbero i primi, deboli, segnali di diminuzione di prezzo.

Nei giorni scorsi il ministro Urso aveva rimarcato come anche solo la convocazione del tavolo pasta avesse già avuto un primo effetto con le aziende che avevano assicurato un calo dei prezzi in arrivo. Gli aumenti sarebbero dovuti allo smaltimento delle scorte, realizzate quando il costo delle materie prime era più alto e potrebbero rientrare nelle prossime settimane. Il ministro è tornato sul tema con un messaggio a un evento di Federalimentare: “Stiamo mettendo in campo tutte le misure possibili per evitare le possibili speculazioni. Non vogliamo fare polemiche – ha affermato – ma occorre essere trasparenti”.

Al momento le armi contro le speculazioni sarebbero spuntate, se non addirittura assenti, secondo l’Unione nazionale consumatori, e anche la riunione della commissione di allerta rapida sarebbe stata un flop perché i sistemi di controllo sulle filiere, i monitoraggi, le osservazioni sulle dinamiche dei prezzi possono fare ben poco se poi, individuati i responsabili del problema, non si possono perseguire”.

Al contrario dà un giudizio positivo della riunione come un incontro “particolarmente proficuo” il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, che osserva come non ci sia speculazione ma sia necessario lavorare insieme per rafforzare i contratti di filiera” e con un monitoraggio fatto insieme alle associazioni dei consumatori. Parla di “incontro positivo” anche il presidente di Alleanza cooperative agroalimentari, Carlo Piccinini, che prevede un progressivo ritorno alla normalità a partire da settembre.

Secondo il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, “controlli serrati sull’etichettatura e più contratti di filiera tra agricoltori e industria, è quello che serve con urgenza, per salvare il grano e la pasta made in Italy”, mentre l’Unione Italiana Food minimizza il problema osservando che “seppur i costi rimanessero quelli attuali, non possiamo dimenticare che l’aggravio di spesa per persona all’anno sarebbe di circa 10 euro, ovvero il 16,5 per cento in più su un prodotto che costa in media circa 1,07 euro al pacco”.

Questi numeri sono contestati dalle associazioni dei consumatori. Il Codacons in primis, afferma che il prezzo medio al dettaglio in Italia è abbondantemente sopra quota 2 euro al pacco e la maggiore spesa supera i 25 euro a famiglia. L’associazione ha anche inviato esposto all’Autorità per la concorrenza e all’Icqrf (Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari, istituito presso il Masaf) chiedendo di indagare sulle anomalie dei listini al dettaglio della pasta. I lavori della commissione di allerta rapida sui prezzi continueranno con riunioni a cadenza quindicinale, annuncia il sottosegretario al Mimit, e presidente del Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti, Massimo Bitonci spiegando che “il Mimit sta monitorando la situazione, a beneficio delle famiglie”.


di Redazione