L’inflazione torna a crescere

martedì 2 maggio 2023


Torna a crescere l’inflazione. Secondo i dati rilevati dall’Istat, l’Indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, ad aprile sulla base delle stime preliminari segnala un aumento dello 0,5 per cento su base mensile e dell’8,3 per cento su base annua, dal +7,6 per cento del mese precedente.

L’accelerazione del tasso d’inflazione è legata, in primis, all’innanzalmento su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (da +18,9 per cento a +26,7 per cento). L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, permane stabile a +6,3 per cento, così come quella al netto dei soli beni energetici (a +6,4 per cento).

L’Istituto nazionale di statistica, a seguire, evidenzia un rallentamento del carrello della spesa: i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona presentano una frenata in termini tendenziali (da +12,6 per cento a +12,1 per cento), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto accelerano la loro crescita (da +7,6 per cento a +8,2 per cento). Ad aprile è segnato un aumento dei prezzi (indice Nic al lordo dei tabacchi) dello 0,5 per cento rispetto a marzo e dell’8,3 per cento rispetto ad aprile 2022. L’inflazione acquisita per il 2023 – continua l’Istat – è pari a +5,4 per cento per l’indice generale e a +4,6 per cento per la componente di fondo.

I dati Istat sull’inflazione ad aprile (+0,5 per cento i prezzi sul mese, +8,3 per cento sull’anno) secondo il Codacons “confermano purtroppo tutti gli allarmi lanciati nelle ultime settimane circa il rialzo dei prezzi al dettaglio”. E ancora: “La frenata dell’inflazione registrata negli ultimi due mesi era una illusione ottica dovuta al ribasso delle bollette di luce e gas. Una volta terminato l’effetto calmierante dei beni energetici, il tasso è tornato a salire in modo preoccupante”. E il presidente dell’associazione, Carlo Rienzi, sbotta: “L’inflazione all’8,3 per cento equivale ad una maggiore spesa pari a 2.428 euro annui per la famiglia tipo che sale a 3.144 euro per un nucleo con due figli, una stangata causata dalla crescita ancora a ritmi sostenuti di voci come gli alimentari e il carrello della spesa, comparti che segnano rispettivamente +12,6 per cento e +12,1 per cento su base annua. L’emergenza prezzi non è affatto superata”.


di Tommaso Zuccai