Il Ponte sullo Stretto non è un regalo di Natale

martedì 2 maggio 2023


Pochi giorni fa il commissario all’Economia dell’Unione europea Paolo Gentiloni ha rilasciato una dichiarazione che riporto di seguito integralmente e su cui ritengo debba essere fatto, con la massima urgenza, un serio approfondimento. Gentiloni ha precisato: “Nel 2022 l’Italia è cresciuta più della media europea, più degli Stati Uniti e della Cina: mai avrei pensato che potesse succedere. Ora siamo di fronte a un 2023 pieno di incertezze. L’Italia viene da 20-30 anni di livelli più bassi di quelli della Germania: come riusciamo a promuovere investimenti e a frenare l’inflazione? Queste due cose si tengono insieme mirando di più la spesa pubblica e usando il Pnrr. In Italia, si presta attenzione al Ponte sullo Stretto e alla Flat Tax ma c’è un problema di estrema attualità che è il Pnrr, al quale non si presta abbastanza attenzione. L’altra sfida è quale ruolo vuole svolgere l’Italia sulla transizione ambientale. La seconda manifattura europea non può essere relegata a una politica che trascina i piedi o che sogna di tornare ad altre epoche. La transizione c’è e non si può essere l’ultimo vagone del treno che cerca di trattenere gli altri, perché così non si va da nessuna parte”.

In più occasioni ho ricordato l’intervento del commissario Gentiloni nell’autunno del 2020 al Parlamento; un intervento rivolto alle Commissioni competenti di Camera e Senato relativo al Pnrr. In quella occasione Gentiloni, con una pazienza certosina e con una chiara esposizione, precisò quali dovevano essere i punti chiave del Pnrr e, soprattutto, quali dovevano essere gli strumenti per rispettare una scadenza, quella del 2026, non congeniale per un Paese in cui c’è “la massima abilità a trasmettere piani, a redigerli, ad approvarli” (sono sue parole) “e c’è una folle lentezza nell’attuare le opere, nell’aprire i cantieri”. In merito ai punti chiave, Gentiloni ribadì che due, in particolare, dovevano essere le caratteristiche portanti dell’intero Pnrr:

1) L’unicità della Governance; cioè la capacità di un unico organismo nel seguire e nel conoscere, in modo capillare, tutte le evoluzioni del complesso e articolato sistema pianificatorio.

2) L’organicità delle proposte; non lotti di opere prive di una certezza e di una motivazione funzionale, non segmenti di interventi utili solo per un equilibrio delle assegnazioni finanziarie sul territorio.

Devo darne atto: quella lezione, così precisa e così estranea a logiche di schieramento ma strettamente coerente al ruolo rivestito da Gentiloni all’interno della Unione europea, mi riempì non solo di speranza ma anche di ottimismo; ricordo che all’epoca avevamo un Governo, quello del presidente Giuseppe Conte, che non faceva assolutamente ben sperare e quindi le due indicazioni poste dal commissario alla Economia dell’Unione europea diventavano quasi vincoli essenziali e al tempo stesso determinanti per il successo del Pnrr. Sappiamo benissimo che quei giusti consigli, quelle due condizioni chiave per evitare il fallimento dell’intero Pnrr, purtroppo, non sono state in alcun modo rispettate. Le governance che questo nuovo Governo, che questa nuova Legislatura ha trovato sono addirittura più di sette e l’organicità delle proposte è completamente inesistente. A tale proposito, ricordo solo alcuni esempi del comparto infrastrutture:

1) L’alta velocità ferroviaria Roma-Pescara, con un importo di circa 6 miliardi, ha nel Pnrr uno stanziamento di 520 milioni per la realizzazione di un lotto nei pressi di Pescara.

2) L’alta velocità ferroviaria Taranto-Metaponto-Battipaglia, con un importo globale di 800 milioni, ha una copertura di 460 milioni di euro.

3) L’alta velocità Salerno-Reggio Calabria con un importo globale di circa 28 miliardi, ha una disponibilità di circa 12 miliardi di euro.

Questa frantumazione di proposte penso sia ancora più evidente leggendo un dato fornito ultimamente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze: allo stato sono pervenuti all’esame del ministero 164mila progetti di cui 62mila nel Sud; dei 62mila progetti (del valore di circa 35 miliardi di euro) solo 12mila progetti sono stati validati, cioè sono stati ritenuti coerenti alle finalità del Pnrr. Penso che solo il numero di 164mila progetti testimoni la completa assenza di “organicità” nelle proposte. Solo da pochi mesi da quando si è insediato l’attuale Governo, il ministro Raffaele Fitto sta dando vita a un’unica governance e sta riaccendendo un approccio organico non solo al Pnrr, non solo al Pnc, non solo ai Programmi del Fondo di coesione e sviluppo, non solo al redigendo Repower. Quindi, tutto si può dire ma certamente non si può dubitare della correttezza procedurale dell’attuale Governo nei confronti dell’intero impianto programmatico che nella passata legislatura era stato utilizzato, purtroppo, solo come strumento mediatico.  

Questa mia precisazione quindi da un lato riconosce al commissario Gentiloni il merito di avere, nella passata Legislatura, fornito ottime linee guida che poi sono state completamente disattese, mentre ritengo che non si possa mettere in dubbio il corretto approccio dell’attuale Governo proprio nei confronti del Pnrr e sono rimasto sconcertato nel leggere nella sua dichiarazione questo passaggio: in Italia si presta attenzione al Ponte sullo Stretto e alla Flat Tax ma c’è un problema di estrema attualità che è il Pnrr, al quale non si presta abbastanza attenzione. Non entro nel merito della Flat Tax perché penso che sia una riforma che vedremo nei prossimi anni, sul ponte, invece, non credo sia una colpa pensarci, non credo sia una distrazione. Paolo Gentiloni sa bene che quest’opera è stata voluta in modo convinto e motivato dall’Unione europea sin dal 2004 con l’inserimento nelle Reti Ten-T e con l’approvazione formale del Parlamento europeo e che annualmente la mancanza della continuità territoriale produce un danno di oltre 6 miliardi di euro al Pil della Regione Sicilia. Quindi, insisto, pensare al ponte, ritenerlo opera essenziale come quelle del Pnrr non significa in nessun modo compiere una distrazione, non significa affrontare un obiettivo marginale. Spero che il commissario Gentiloni lo precisi perché non vorrei che questa sua frase fosse interpretata male, non tanto all’interno del nostro Paese, quanto all’interno del Parlamento europeo.

(*) Tratto da Le Stanze di Ercole


di Ercole Incalza (*)