La raggiunta equità del compenso professionale

mercoledì 19 aprile 2023


Il lungo percorso di approvazione del disegno di legge sull’equo compenso è giunto al termine. Il testo di legge, composto di 13 articoli e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 13 aprile scorso, mira a garantire il riconoscimento di un’adeguata retribuzione per le prestazioni professionali rese nell’ambito di rapporti contrattuali instaurati con grandi imprese e Pubblica amministrazione. In particolare, la nuova disciplina amplia sia la platea dei professionisti interessati, includendo le professioni non ordinistiche, sia la committenza destinataria delle prestazioni di opera intellettuale, estendendola a tutte le imprese con più di 50 dipendenti o con un fatturato superiore ai 10 milioni di euro, alla Pubblica amministrazione, alle società a partecipazione pubblica, alle imprese bancarie e alle compagnie assicurative.

A garanzia del riconoscimento di un compenso equo è, inoltre, prevista la nullità di tutte le clausole contrattuali che non riconoscono al professionista una retribuzione proporzionata all’opera prestata, rimettendo al giudice il compito di rideterminare il compenso iniquo condannando, se del caso, il committente al pagamento di un indennizzo in favore del professionista. Ma a essere nulle sono anche le clausole che limitano la possibilità di richiesta di acconti e le clausole che prevedono la gratuità di attività aggiuntive. L’approvazione definitiva della normativa è stata accolta con grande soddisfazione dagli ordini professionali, rappresentando la legge un punto di chiusura importante rispetto alla pratica del “ribasso” delle parcelle fino ad oggi esercitata. Per il presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, infatti, la legge sull’equo compenso rappresenta “il frutto concreto di un positivo cambio di atteggiamento della politica nei confronti dell’universo delle libere professione”.

Un intervento legislativo che il neo presidente del Consiglio nazionale forense, Francesco Greco, qualifica determinante per la “tutela il diritto a una retribuzione giusta per i lavoratori, così come è sancito dall’articolo 36 della Costituzione”. Consensi giungono anche da parte dal Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori (Cnappc), che considera la legge come un punto di partenza importante, così come Confcommercio Professioni, “il cui auspicio resta quello che le tutele in esso contenute possano essere in futuro ulteriormente estese”. Mentre Consiglio nazionale degli ingegneri dopo aver espresso la soddisfazione per l’approvazione della legge sottolinea la necessità di un coordinamento con il Codice Appalti così da chiarire alcuni dubbi che potrebbero sorgere nell’esercizio della professione. La possibilità di correttivi e modifiche al testo entrato in vigore non può, dunque, escludersi; lo stesso Governo, nel corso dell’iter di approvazione della legge, si è impegnato a valutare la modifica delle nuove disposizioni. Così come occorre considerare che per le professioni non regolamentate (amministratori di condominio, i tributaristi e i revisori legali) occorrerà attendere la definizione dei valori di riferimento da parte del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.


di Ilaria Cartigiano