Istat: cala il potere di acquisto delle famiglie

mercoledì 5 aprile 2023


“La crescita del reddito disponibile delle famiglie (+0,8 per cento), accompagnata da una crescita dei prezzi al consumo particolarmente forte nello stesso trimestre, ha comportato una significativa diminuzione del potere d’acquisto (-3,7 per cento). La tenuta della spesa per consumi finali (+3 per cento in termini nominali) si è quindi accompagnata ad una marcata flessione del tasso di risparmio”. Così l’Istat, nel commentare i dati sul reddito e il risparmio delle famiglie del quarto trimestre del 2022.

Entrando nel merito, spiega l’Istituto nazionale di statistica, il reddito delle famiglie è cresciuto dello 0,8 per cento nei confronti del trimestre precedente. I consumi finali, invece, sono aumentati del 3 per cento. La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici, in più, tocca quota 5,3 per cento, scendendo di 2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.

Tra l’altro, nel quarto trimestre del 2022 “la quota di profitto delle società non finanziarie, pari al 44,8 per cento, è aumentata di 1,9 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Il tasso di investimento delle società non finanziarie, pari al 24,4 per cento, è diminuito di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente”.

“Le uscite totali nel quarto trimestre 2022 sono aumentate dell’8 per cento rispetto al corrispondente periodo del 2021 e la loro incidenza sul Pil (pari al 62,1 per cento) è salita in termini tendenziali di 0,8 punti percentuali. Nei quattro trimestri del 2022 – continua l’Istat – la relativa incidenza è stata pari al 56,7 per cento, in riduzione di 0,6 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo del 2021. Le uscite correnti e le uscite in conto capitale hanno registrato, nel quarto trimestre 2022, un aumento tendenziale rispettivamente dell’8,3 per cento e del 6,2 per cento”.

Nel complesso, “nell’anno 2022 le Amministrazioni pubbliche hanno registrato un indebitamento netto pari al -8 per cento del Pil, in miglioramento rispetto al -9 per cento del 2021. Nell’anno 2022, in termini di incidenza sul Pil, il saldo primario e il saldo corrente sono risultati negativi, pari rispettivamente al -3,6 per cento (-5,5 per cento nello stesso nell’anno 2021) e al -1,3 per cento (-1,4 per cento nell’anno 2021)”.

Italiani affamati dal carovita! Rispetto a gennaio scendono dello 0,3 per cento persino le vendite alimentari, che in volume precipitano dell’1,8 per cento. Su base tendenziale, poi, il divario tra dati alimentari in valore e in volume diventa addirittura abissale, da +7,9 per cento a -4,9 per cento, un gap di 12,8 punti percentuali, praticamente un precipizio”.

Queste le parole di Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori, intervenendo sui dati Istat relativi al commercio al dettaglio a febbraio. Secondo lo studio dell’associazione, “le vendite alimentari in volume precipitano non solo su febbraio 2022, ma anche rispetto a febbraio 2021 (-6,5 per cento), a febbraio 2020 (-11,7 per cento) o 2019 (-4,4 per cento). Insomma, gli italiani non hanno mai stretto così tanto la cinghia e sono a dieta forzata”.


di Redazione