Il Paese degli ammortizzatori sociali

venerdì 31 marzo 2023


Un Paese liberale si deve fare carico entro limiti accettabili di garantire a tutti un sostegno al reddito nei periodi che per ragioni non imputabili al lavoratore si va incontro alla perdita del posto di lavoro. A tal fine, in tutte le economie di mercato esiste l’indennità di disoccupazione come strumento transitorio di assistenza sociale tra il periodo di perdita dell’occupazione e una nuova assunzione. Non esistono, non potrebbe essere altrimenti, strumenti di Welfare che garantiscono sine die un reddito ai disoccupati. La ratio dell’assistenza pubblica ai disoccupati è essenzialmente legata al fatto che i sistemi capitalistici sono regimi di sottoccupazione. I lavoratori occupati sono in grado di produrre ricchezza in grado di sostenere coloro che per diversi motivi perdono il lavoro.

La piena occupazione era un sistema tipico dei Paesi del socialismo reale. In macroeconomia è considerata disoccupazione fisiologica quando in un Paese il tasso di disoccupazione “reale” è contenuto entro il 5 per cento della forza lavoro attiva (in Italia la forza lavoro attiva si riferisce a chi ha età compresa tra i 16 e i 67 anni). Quando la disoccupazione “reale” supera il 5 per cento è considerata patologica. In Italia il tasso disoccupazione calcolato dall’Istat è attualmente del 7,9 per cento. Tuttavia, sorgono dei dubbi sull’effettiva veridicità dei dati rilevati dall’Istituto centrale di statistica che si basano sui rapporti di lavoro codificati dall’Inps. Non è ovviamente possibile calcolare il lavoro non “censito”. Ma come è possibile che le imprese non trovino lavoratori da impiegare nelle loro imprese con tanta disoccupazione? È probabile che le numerose tipologie di ammortizzatori sociali vigenti nel Belpaese siano utilizzati da “furbacchioni” che godono dei sussidi e parallelamente svolgono attività lavorativa in nero? Gli ammortizzatori sociali tradizionali regolamentati nel nostro Paese sono:

La Cigo – Cassa integrazione guadagni ordinaria – strumento a carico dei datori di lavoro e degli stessi dipendenti che viene utilizzato dalle imprese quando l’azienda si trova in una momentanea crisi di mercato. I lavoratori temporaneamente collocati in Cigo vengono riassorbiti dall’azienda dopo un certo numero di settimane.

La CigsCassa integrazione guadagni straordinaria – l’utilizzo della Cigs da parte delle imprese si riferisce ad una situazione strutturale di crisi. La durata è di 12 mesi prorogabile per altri 12 mesi. Ed è considerata l’anticamera del licenziamento collettivo.

La Cassa integrazione in deroga – è uno strumento di Welfare che è stata utilizzata due volte nel nostro Paese. La prima nel 2009 a causa della crisi finanziaria dei Subprime che causò il dissesto della banca d’affari americana Lehman Brothers e nel periodo della pandemia da Covid. Oltre i tradizionali strumenti di sostegno al reddito, negli anni si sono stratificate altre tipologie di sostegno che non hanno equivalenti nel resto del mondo libero, quali: la mobilità, la mobilità lunga, i prepensionamenti, i contratti di solidarietà, il reddito di inclusione, di emergenza e, ciliegina sulla torta, il cosiddetto reddito di cittadinanza. Senza considerare tutte le agevolazioni contributive per assumere persone che godono degli ammortizzatori sociali. Strumenti che hanno bruciato una montagna di denaro pubblico e che hanno contribuito a far esplodere il debito pubblico. È semplicemente bastata la rivisitazione del reddito di cittadinanza, da parte dell’attuale esecutivo, per far crollare nei primi mesi del 2023 le richieste del sussidio del 65 per cento. Quando entrerà a regime la riforma del reddito di cittadinanza ci potete scommettere che anche la disoccupazione “vera” si ridurrà in maniera significativa!


di Antonio Giuseppe Di Natale