Bonomi: “Potremo crescere dell’1 per cento”

sabato 4 marzo 2023


Il 2023 per l’economia italiana presenta delle luci e delle ombre. Il Pil, solo con la spinta del 2022, ha già acquisito una crescita dello 0,4 per cento. Ma permangono segnali di incertezza che rischiano di incidere. A spesa delle famiglie partire dalla, che sotto il peso del caro prezzi e caro energia, inverte la rotta e segna un calo di oltre un punto percentuale. Rimane l’incertezza che potrebbe arrivare dall’aumento dei tassi, che vede il governo in pressing diplomatico sulle scelte della Bce. Ma anche la possibilità che si possa raggiungere una crescita dell’1 per cento. Lo dice chiaramente il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi parlando a Matera. “Se ci mettono in condizioni di farlo, supereremo l’1 per cento, nonostante tutti dicano che cresceremo tra lo 0,4 per cento e lo 0,8 per cento. Metteteci in condizione di investire e faremo crescere il Paese ancora di più”. A dare il quadro della situazione è l’Istat che fotografa l’ultimo trimestre del 2022, confermando “la lieve contrazione dell’attività produttiva”, mentre prosegue “per l’ottavo trimestre consecutivo la ripresa in termini tendenziali, anche se a ritmi via via più contenuti”. Il Pil ha infatti chiuso il quarto trimestre con una contrazione dello 0,1 per cento rispetto al trimestre precedente e un +1,4 per cento (rivisto dal +1,7 per cento della stima preliminare) rispetto al quarto trimestre 2021. Alla luce di questo andamento, la crescita acquisita per il 2023, quella cioè che si otterrebbe se tutti i trimestri di quest’anno registrassero una variazione nulla, è positiva e pari allo 0,4 per cento.

Un dato che, concordano le previsioni ufficiali, dalla Nadef all’Upb al Fmi, dovrebbe alla fine attestarsi al +0,6 per cento, con un’aspettativa di un rialzo ulteriore fino a sfiorare il +1 per cento. A pesare sul Pil nel quarto trimestre è il calo dei consumi finali nazionali: le famiglie infatti tirano la cinghia, con la spesa dei nuclei residenti che segna un -1,6 per cento e, in particolare la spesa delle famiglie sul territorio economico (al netto cioè delle spese all’estero dei residenti e delle spese in Italia dei non residenti) che registra un calo congiunturale dell’1,3 per cento. Un cambio di rotta rispetto alla crescita dei trimestri precedenti. Ad incidere è l’inflazione che, nelle previsioni della Banca d’Italia, frenerà i consumi delle famiglie anche nel 2023. La corsa dei prezzi è rallentata a febbraio al +9,2 per cento, ma non il carrello della spesa (salito al +13 per cento). E l’inflazione che, seppur in diminuzione, resta elevata in tutta Europa è stata tra i temi del bilaterale tra il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e l’omologo francese Bruno Le Maire. La preoccupazione a Roma è per le prossime mosse della Bce: “L’inflazione è il reale problema di tutti e non credo che si possa risolvere soltanto con una politica restrittiva di tassi d’interesse”, dice il titolare del Tesoro.


di Davide Battisti