Ue: “Fiducia sul Mes, ma rispettiamo Parlamento italiano”

martedì 17 gennaio 2023


L’Italia è ultimo dei Paesi aderenti a non aver approvato il Mes. Anche la Croazia dovrà ratificare, ma formalmente non è ancora un membro del Meccanismo europeo di stabilità. Tuttavia, l’Unione europea manifesta ottimismo sulla ratifica del trattato da parte del nostro Paese. Ma nessuna forzatura: “Non sarebbe appropriato” dire come procedere nella ratifica, ha detto il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohe. “Voglio riconoscere il lavoro che è in corso” nel governo italiano, ha spiegato infatti, garantendo però di avere “profondo rispetto per il lavoro del Parlamento”. Il tema è “importante per l’Italia” e va consentito a Governo e Parlamento “di dare a questa questione la considerazione di cui ha bisogno”, ha aggiunto. “Ora è tutto nelle mani del Parlamento italiano”, ha sottolineato anche il direttore del Mes Pierre Gramegna, riferendo comunque di “incontri costruttivi” con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e con la premier Giorgia Meloni.

Il commissario all’Economia Paolo Gentiloni si è comunque detto “fiducioso” sulla ratifica del Mes da parte del nostro Paese. “L’Italia è stata tra i Paesi che due anni fa hanno deciso questo emendamento allo statuto del Mes e questo emendamento è utile”. Quanto all’idea che dopo le elezioni in Lombardia e Lazio l’iter possa accelerare, aggiunge Gentiloni, “non vedo collegamenti con le elezioni regionali”. Dalla Commissione Ue anche il vice presidente della Commissione Valdis Dombrovskis parla di “qualche progresso” dall’Italia: “Speriamo di poter confermare la ratifica” di tutti. A fine novembre la Camera aveva approvato una mozione di maggioranza che impegna il Governo “a non approvare il disegno di legge di ratifica del Mes alla luce dello stato dell’arte della procedura di ratifica in altri Stati membri e della relativa incidenza sull’evoluzione del quadro regolatorio europeo”. E nonostante l’ottimismo trapelato negli ultimi giorni a Bruxelles, da Roma ufficialmente non son arrivate indicazioni di una accelerazione.

La riunione dell’Eurogruppo, a cui nelle prossime ore seguirà l’Ecofin con i ministri dei 27, segna intanto la ripresa del confronto aperto tra gli Stati membri sui dossier economici, dopo settimane di “non paper” per prendere posizione. Il tema più caldo è quello della risposta ai sussidi statunitensi per 370 miliardi di euro, previsti dall’Inflation reduction act, e della revisione delle regole sugli aiuti di Stato. Giorgetti ha sottolineato la “necessità di rivedere la politica degli aiuti di Stato che deve diventare meno burocratica e più flessibile”. Mentre sulle sfide di competitività dell’industria europea “forme comuni di finanziamento dei progetti strategici europei sono la corretta risposta”. Il ministro ha poi spiegato che “sulle politiche di contenimento dei prezzi energetici, visto che l’inflazione trae origine dai prezzi dell’energia per combattere l’inflazione, ho sollecitato la Bce a segnalare e suggerire lo strumento più utile”.


di Redazione