Superbonus cambia ancora, torna la proroga

venerdì 16 dicembre 2022


Novità a proposito del superbonus. Si cambia. Ancora una volta. Il governo inserisce nella Manovra la possibilità di estendere al 31 dicembre i termini per usufruire dell’agevolazione piena. Un provvedimento che sembrava ormai accantonato. La soluzione in extremis è stata confermata dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nonostante 24 ore prima fossero circolate indiscrezioni opposte. La condizione è però che le delibere condominiali siano state approvate entro l’11 novembre. Sul nodo dei crediti incagliati, invece, la strada individuata è nel Decreto legge Aiuti quater e punta sulla garanzia di Sace, con la possibilità di una cessione in più per banche e assicurazioni.

La proroga della scadenza, dal 25 novembre al 31 dicembre, consente di presentare le Cilas (Comunicazione inizio lavori asseverata superbonus) beneficiando così dell’incentivo al 110 per cento, proposta come emendamento al decreto aiuti quater, sembrava definitivamente saltata. Ma il problema non era di sostanza, quanto di forma. Nelle ultime ore è emersa “una problematica tecnica”, legata ai tempi di approvazione del decreto, ha spiegato il relatore Guido Quintino Liris (Fratelli d’Italia): il Decreto Aiuti quater arriverà in Aula al Senato non prima di martedì, ma servirà anche il “disco verde” della Camera, e quindi andrà a completamento a metà gennaio. Ovvero, fuori tempo massimo rispetto ai tempi indicati nella proroga. Di qui l’idea di aggirare l’ostacolo inserendo la norma direttamente in manovra: la proposta, spuntata in mattinata, è stata avanzata al governo e alla maggioranza dallo stesso Liris, appoggiato poi direttamente da Giorgetti.

Per superare l’altro scoglio legato al superbonus, cioè lo sblocco dei crediti incagliati, la soluzione individuata – messa nero su bianco in un emendamento tra i riformulati – prevede di alzare da 2 a 3 le cessioni dei crediti ad intermediari “qualificati”, ovvero a banche e assicurazioni, passano da 2 a 3. Allo stesso tempo la Sace può concedere garanzie in favore di banche, istituzioni finanziarie e degli altri soggetti abilitati all’esercizio del credito, per finanziamenti sotto qualsiasi forma, “strumentali a sopperire alle esigenze di liquidità delle imprese”.

Una soluzione che però per le opposizioni non risolve il problema. Per il dem Antonio Misiani, si tratta di “aria fritta”: risposte “assolutamente inadeguate per sbloccare i 5 miliardi di crediti fiscali incagliati”. Per il senatore di Alleanza Verdi-Sinistra Tino Magni, “la toppa che hanno cercato di mettere è peggio del buco”. “Registriamo molta confusione tra la maggioranza ed il Governo”, commenta Azione, che torna riproporre la soluzione della compensazione degli F24, “sostenuta da Ance e Abi e su cui si registra una larga convergenza”. Oltre al 110 per cento nel Decreto legge restano altri nodi. A partire dallo scudo per i versamenti delle società sportive, in particolare del calcio.

La nota di Confedilizia

“Siamo consapevoli delle difficoltà del Governo in merito al problema Superbonus e cessione dei crediti, che risentono peraltro della cattiva gestione della partita da parte del precedente esecutivo. Ma non possiamo esimerci dal rilevare che gli annunciati interventi correttivi non eviteranno gravi perdite economiche per moltissimi proprietari e un enorme contenzioso fra condominii, imprese, amministratori, professionisti, oltre che con la stessa Agenzia delle entrate”.

Così il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa in una nota. 

“Per quanto riguarda lo sblocco dei crediti incagliati, c’erano sul campo la proposta Abi-Ance sull’utilizzo degli F24 e quella Confedilizia sull’intervento diretto dello Stato, ma nessuna delle due sembra essere stata recepita. Quanto alla mini-riapertura del termine di presentazione delle Cilas, si tratta di una misura che interesserà ben pochi soggetti. Lo scenario che si presenta è davvero preoccupante”.


di Redazione