Il Tfm: vantaggi per l’azienda e per l’amministratore

mercoledì 7 dicembre 2022


Il Tfm o Trattamento di fine mandato è conosciuto anche come Indennità di cessazione carica ed è a tutti gli effetti un accantonamento annuo a favore degli amministratori di società da erogarsi alla cessazione del rapporto. Questo compenso è una sorta di liquidazione che è equiparabile all’Indennità di fine rapporto prevista per i lavoratori dipendenti (Tfr). A differenza del Tfr, che viene disciplinato dall’articolo 2120 del Codice civile, per il Tfm non è previsto alcun articolo del Codice civile che ne stabilisca l’obbligo di applicazione o l’ammontare; tantomeno esistono disposizioni previdenziali o sindacali che in qualche modo possano sostituire o integrare le disposizioni di legge. Lo strumento del Tfm è pertanto lasciato alla pattuizione tra le parti interessate, ovvero tra la società e l’amministratore della stessa.

Ma vediamo come funzione e quali sono per le parti interessate i benefici che derivano dall’introduzione del Trattamento di fine mandato. Per percepire l’indennità e beneficiare dei vantaggi fiscali occorre prevedere una specifica delibera aziendale che, oltre al compenso degli amministratori, stabilisca per l’appunto, anche una indennità di fine mandato. La delibera deve avere atto di data certa anteriore all’inizio del mandato e l’accantonamento annuo deve essere ragionevolmente coerente con il compenso del beneficiario. A tale proposito, la Corte di Cassazione si è pronunciata più volte senza dare importanza a una correlazione dal compenso dell’amministratore e Tfm previsto.

Nonostante ciò si preferisce evitare che il Tfm sia superiore al 30 per cento del compenso annuo. Ma vediamo quali sono i vantaggi nell’introduzione di questo strumento. Dal lato dell’azienda il principale vantaggio è sicuramente quello della deducibilità. Il Tfm infatti è interamente deducibile dall’imponibile fiscale e di conseguenza rappresenta sicuramente uno strumento per alleggerire il carico erariale. Sul lato dell’amministratore i vantaggi sono molteplici:

1) Possibilità di realizzare un piano di accumulo che sarà soggetto a tassazione separata (e non ordinaria come i restanti compensi).

2) Il prodotto legato al Tfm rientra, come per il Tfr, nel concetto di insequestrabilità e impignorabilità.

3) Il Tfm è esente da spese di successione e di conseguenza in caso di decesso dell’amministratore prima della cessazione del rapporto lavorativo le somme vanno direttamente agli eredi o all’erede designato senza rientrare nel patrimonio successorio.

Si tratta quindi di uno strumento davvero interessante che spesso non è conosciuto e che rappresenta una grossa opportunità per le parti in causa. Due sono gli elementi da tenere in seria considerazione per una scelta mirata all’utilizzo di questo strumento: prima di tutto individuare e mettere a terra i presupporti corretti con il consulente del lavoro e il commercialista che devono attivare nell’azienda l’iter burocratico giusto. Secondo (ma non meno importante) farsi consigliare dal proprio consulente finanziario in merito al prodotto corretto da utilizzare per la gestione del piano di accumulo (costi di ingresso, performance, qualità dello strumento).


di Davide Battisti