Bankitalia: a settembre scende il debito pubblico

martedì 15 novembre 2022


Il debito pubblico tocca quota 2.741 miliardi di euro a settembre, ovvero 16,2 miliardi in meno rispetto al mese precedente. È quanto rilevato dalla Banca d’Italia nella pubblicazione “Finanza pubblica: fabbisogno e debito”.

Il fabbisogno (13,8 miliardi), in sostanza, è stato più che compensato dalla riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro (31,9 miliardi, a 48,1 miliardi). Così, l’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio hanno aumentato il debito di 1,9 miliardi.

Rimanendo al mese di settembre, sono scese le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato (-5,8 per cento a 33,5 miliardi rispetto a settembre 2021). Invece, nei primi nove mesi del 2022 è segnalato un aumento del 12,4 per cento (40,2 miliardi) a 364,0 miliardi.

Per la cronaca, come indicato in una nota, la Banca d’Italia ha pubblicato i risultati dell’indagine “sulla spesa dei conti correnti delle famiglie condotta nel 2022”. Un’analisi che ha raccolto “informazioni analitiche sulle spese di gestione effettivamente sostenute dalle famiglie nel corso del 2021 e documentate negli estratti conto”. Nel dettaglio, è stato spiegato che “nel 2021 la spesa per la gestione di un conto corrente bancario è stata pari a 94,7 euro, in aumento rispetto al valore registrato nell’anno precedente (90,9 euro). La variazione della spesa è legata alla crescita sia delle spese fisse sia di quelle variabili. Tra le spese fisse l’apporto più significativo è attribuibile a quelle per l’emissione e per la gestione delle carte di pagamento mentre le spese variabili sono cresciute principalmente per effetto della maggiore operatività della clientela, dopo la contrazione osservata nel 2020”.

Intanto, le cartelle fino a mille euro potranno essere “cestinate”, mentre per quelle tra mille e 3mila euro “l’imposta evasa può essere ridotta dal 50 per cento”. Stiamo parlando di alcuni passaggi della prossima “tregua fiscale” illustrati da Maurizio Leo, viceministro dell’Economia e delle Finanze, a Quarta Repubblica. Leo, a seguire, ha segnalato che sul 50 per cento “si stanno ancora facendo i conti, ma anche la sanzione potrebbe essere ridotta”, presumibilmente al 5 per cento. Aggi e interessi, invece, andrebbero del tutto cancellati. L’operazione, da inserire nella prossima manovra, varrebbe sulle cartelle fino al 2015.


di Redazione