Olimpiadi, expo, giubilei e infrastrutture

giovedì 3 novembre 2022


Tutti abbiamo letto su vari giornali che l’aeroporto di Catania ha raggiunto la prima posizione nella classifica relativa al numero di voli interni al Paese. La vetta catanese ha una principale ragione. A causa della pandemia il traffico di voli internazionali da Roma è calato drasticamente, cosa che non è invece successa per i voli nazionali. In più sono stati tanti gli italiani che nel 2021 sono tornati a partire, ma non per l’estero. La meta più gettonata è stata il sud Italia in generale, altro motivo che ha fatto aumentare ancor di più i frequentatori dell’aeroporto catanese. I dati raccolti quest’anno fanno dunque riferimento all’anno precedente 2021.

Per quanto riguarda i voli nazionali, Catania Fontanarossa si trova in testa alla classifica con 4.632.830 passeggeri, un aumento straordinario del 75,8 per cento. Nelle posizioni inferiori, troviamo rispettivamente Fiumicino (Roma), Malpensa (Milano) e Palermo. Regge la classifica anche per il numero complessivo di passeggeri transitanti, 6.113.330, un copioso 67,6 per cento in più rispetto al 2020. Così Catania Fontanarossa ha conquistato il quarto posto, giusto dietro Bergamo-Orio al Serio (6.463.482), Milano Malpensa (9.571.236) e Fiumicino (11.568.256).

Nei dati internazionali cambiano le carte in tavola. A spiccare sono stati ancora una volta Fiumicino, al primo posto con 7.155.402 passeggeri internazionali, Malpensa con 5.696.490 e Bergamo, 4.352.220 passeggeri. Poco dietro troviamo Napoli (2.503.072) e Ciampino (2.169.347).

Ho riportato questi dati solo per ricordare che:

l’aeroporto di Fiumicino è collegato con Roma con un asse ferroviario ed è in corso un progetto per fare interagire l’impianto aeroportuale con il sistema ferroviario ad alta velocità Firenze-Roma-Napoli;

l’aeroporto di Linate sarà fra pochi mesi collegato con il centro di Milano attraverso la linea metropolitana M4;

si sta completando il collegamento tra l’aeroporto di Napoli Capodichino e la città attraverso la Linea 1 della metropolitana. Linea che consentirà un collegamento diretto tra aeroporto e stazione ferroviaria di Napoli;

le Ferrovie dello Stato stanno definendo un progetto che colleghi l’asse ferroviario ad alta velocità Verona-Vicenza-Padova con l’aeroporto di Venezia Tessera;

l’aeroporto di Catania è collegato con il nodo ferroviario di Catania ed è prevista la realizzazione di una rete metropolitana lunga 8,8 chilometri tra l’aeroporto e il centro a cura della Società che gestisce la rete ferroviaria locale Circumetnea.

Sono in corso i progetti per la realizzazione di un asse ferroviario tra l’aeroporto di Orio al Serio (Bergamo) e la rete ferroviaria, progetto inserito ultimamente nell’elenco delle opere olimpiche del 2026. Mi fermo un attimo su questo intervento, perché è l’unico tra questi esempi che, grazie alle Olimpiadi invernali, diventa finalmente concreto. Infatti, il progetto di Rete ferroviaria italiana prevede un raccordo di cinque chilometri a doppio binario tra l’aerostazione di Orio e la stazione ferroviaria di Bergamo. L’investimento è di 170 milioni di euro. Con tale collegamento l’accessibilità al terminale rivoluziona integralmente il rapporto tra l’impianto e l’asse ferroviario ad alta velocità Torino-Milano-Venezia.

Mi sono soffermato da un lato sulla crescita rilevante della domanda di trasporto in alcuni impianti aeroportuali (soprattutto di quelli che sono tra i primi nella classifica del numero di passeggeri) e dall’altro sulle iniziative avviate su alcuni collegamenti tra determinati aeroporti e i nodi urbani di riferimento. Ho voluto soffermarmi su una simile tematica per tentare di esporre, in modo convincente, che la interazione tra aeroporto e rete ferroviaria veloce non è affatto un’operazione solo da programmare senza cercare di attuarla concretamente.

Finora in Italia abbiamo solo prodotto programmi, studi di fattibilità, impegni tra Stato e Regioni, tra Stato e grandi realtà urbane ma, ripeto, finora stiamo solo aspettando che qualcosa accada e nel rispetto di una consolidata tradizione è arrivata la scadenza di un evento importante come le Olimpiadi invernali per cercare di trasformare un disegno, una pluriennale intuizione progettuale in un progetto che potrebbe trovare attuazione entro il 2026.

Mi sono dilungato su questo collegamento perché vorrei ricordare che se si realizzasse la ferrovia ad alta velocità non solo tra Palermo e Catania ma tra Trapani, Palermo e Catania la Sicilia offrirebbe una possibilità di collegamento ferroviario ad alta velocità, tale da trasformare l’isola in una vera piastra capace di offrire ai vari vettori nazionali ed internazionali grandi occasioni di ottimizzazione della modalità aereo-treno. Analogo discorso può ripetersi per l’aeroporto di Fiumicino che, se integrato funzionalmente con l’asse ferroviario ad alta velocità Firenze-Roma-Napoli, offrirebbe alla domanda turistica internazionale una occasione davvero rara: raggiungere tre bacini culturali unici al mondo, in tempi davvero inimmaginabili, massimo un’ora e dieci minuti.

Lo stesso vale per Venezia Tessera dove si spera che prenda corpo davvero la possibilità di un collegamento ferroviario con l’alta velocità Milano-Venezia. Anche in questo caso riusciremo ad avere cinque impianti aeroportuali (Malpensa, Linate, Orio al Serio, Brescia Montichiari e Venezia Tessera) legati funzionalmente da un asse ferroviario ad alta velocità. Saremmo, cioè, in grado di generare una vera rivoluzione nella carica di complementarietà tra una modalità come quella aerea e una modalità come quella ferroviaria ad alta velocità. Tutto questo se fossimo stati un po’ più attenti e convinti di un simile successo logistico forse, approfittando, come al solito, scusate la ripetizione, di un evento senza dubbio interessante, saremmo riusciti ad attuarlo entro il 2026.

Nasce automaticamente una possibile proposta: inventiamoci un grande evento nel Mezzogiorno per poter così attuare un collegamento tra l’aeroporto di Capodichino o di Grazzanise con la rete ferroviaria ad alta velocità sia Napoli-Roma che Napoli-Bari. Analogo obiettivo cerchiamo di attuarlo in Sicilia. Non vorrei fare un discorso da provinciale o da esasperato meridionale ma mi chiedo perché Olimpiadi, Expo, grandi eventi di rilevanza internazionale non solo non si fanno mai al sud ma non li si propongono neanche? Eppure, come ripeteva spesso Vittore Fiore, anche al sud vivono degli italiani.

Senza dubbio, questo mio è solo un modo per denunciare la nostra assurda incapacità a capire in anticipo le evoluzioni naturali della domanda di trasporto e rimanere solo soddisfatti della fase programmatica, della fase in cui si ritiene che il solo pensiero produce risultati funzionali nella gestione di una offerta logistica. Ed è inconcepibile che questa gratuita atarassia scompaia di fronte alla scadenza di un evento.

(*) Tratto dalle Stanze di Ercole


di Ercole Incalza (*)