martedì 30 agosto 2022
Il caro energia non fa sconti. I rincari “sprofondano” nel bicchiere, con prezzi che lievitano su più latitudini: +11 per cento per l’acqua minerale, +10,5 per cento per i succhi di frutta, +7 per cento per le bibite gassate. Questa la fotografia scattata dalla Coldiretti, in merito ai recenti dati dell’Istat sull’inflazione.
A pesare, spiegano dall’associazione, “sono i costi di produzione in campi e vigneti che vanno dal +170 per cento dei concimi al +129 per cento per il gasolio, fino al +300 per cento delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigare i raccolti. Ma il caro energia e la mancanza di materie prime si fanno sentire lungo tutta la filiera – viene sottolineato – insieme all’aumento di costi per imballaggi, bancali, contenitori di plastica, vetro, metallo, etichette e tappi”. Costi indiretti che, è notato, “vanno dal vetro rincarato di oltre il 30 per cento in più rispetto allo scorso anno, al tetrapack con un incremento del 15 per cento, dal +35 per cento delle etichette al +45 per cento per il cartone, dal +10 per cento costi per le lattine, fino ad arrivare al +70 per cento per la plastica”.
La situazione, non certo rosea, che potrebbe acuirsi in autunno, con un conseguente rialzo dei listini di vendita in relazione alla complessiva filiera agroalimentare “che dai campi alla tavola vale 575 miliardi di euro, quasi un quarto del Pil nazionale, e vede impegnati ben 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio”. A far aumentare i prezzi alla produzione, tra l’altro, “è il caro energia che si trasferisce a valanga sui costi di produzione anche nell’agroalimentare che assorbe oltre il 11 per cento dei consumi energetici industriali totali per circa 13,3 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti (Mtep) all’anno”.
Ettore Prandini, presidente della Coldiretti, afferma: “Non c’è tempo da perdere e non possiamo aspettare le elezioni e il nuovo Governo ma bisogna intervenire subito sui rincari dell’energia che mettono a rischio imprese e famiglie in settori vitali per il Paese. Con i rincari d’autunno, insieme al sistema produttivo, sono a rischio alimentare oltre 2,6 milioni di persone che in Italia sono costrette a chiedere aiuto per mangiare. E rappresentano la punta dell’iceberg delle difficoltà in cui rischia di trovarsi un numero crescente di famiglie a causa dell’inflazione spinta dal carrello della spesa per i costi energetici e alimentari”.
di Mimmo Fornari