Investimenti finanziari: infrastrutture e real estate

martedì 26 luglio 2022


In un’ottica di diversificazione del portafoglio finanziario e con l’obiettivo di ricercare maggiori performance si posizionano gli investimenti nel mondo dell’economia reale, che riescono a mitigare il disagio di orizzonti temporali più lunghi (illiquidità) con l’opportunità di avere rendimenti decisamente più interessanti e spesso senza l’applicazione del capital gain. È su questo binario che incontriamo i recenti prodotti, che le società di gestione del risparmio italiane stanno proponendo ai propri clienti risparmiatori e che hanno come sottostante il mondo delle infrastrutture e del real estate.

Cominciamo nel dire che l’Italia è in assoluto il Paese europeo in cui i fondi internazionali investono di più. I principali interventi si focalizzano su: digitalizzazione nazionale, student housing e transizione energetica. Un dato fornito da Ey Global Infrastructure Outlook del G20 evidenzia chiaramente che in Italia mancano 373 miliardi di euro tra gli investimenti pianificati e quelli necessari al Paese (contro i 148 miliardi della Gran Bretagna, i 10 miliardi della Francia, i 57 miliardi della Spagna e ai 728 milioni della Germania).

Ci si è accorti che, specie nel Belpaese, si ha un fortissimo bisogno di migliorie infrastrutturali le quali, se realizzate, possono senza dubbio portare un grandissimo valore aggiunto sia in termini economici che sociali. La bonifica di un’area inutilizzata a favore di una struttura ricettiva di qualsivoglia natura porta, infatti, valore aggiunto sia al contesto sociale in cui verrà inserita e sia in capo agli investitori che hanno creduto nel progetto da realizzare. Ecco, allora, che molte società del risparmio italiane stanno cominciando a convogliare le proprie risorse finanziarie in infrastrutture, coinvolgendo tutti coloro che comprendono il valore di questi interventi e, soprattutto, i ritorni sul capitale investito. L’obiettivo è non lasciare che i fondi e i risparmiatori esteri possano approfittare di queste opportunità, bensì permettere anche agli investitori italiani di entrare in questo business che ha davvero tanti spazi di marginalità. E dove si investe esattamente? Quali sono gli specifici settori dove si annidano le maggiori opportunità di riuscita in tempi brevi e con massimi ritorni? Sono di norma le infrastrutture che erogano servizi ai cittadini (università, centri ricreativi, strutture sanitarie, strutture termali).

Ma andiamo per ordine. Come si arriva a investire i propri risparmi nelle infrastrutture? La Società di Gestione (e in particolare il segmento che si occupa di questo tipo di settore per capacità e competenze) individua una serie di aree/progetti sui quali investire tempo e risorse, con l’obiettivo di avere dei ritorni nel più breve tempo possibile (normalmente 6/8 anni). A questo punto, viene emesso un fondo dedicato a questa tipologia di investimento e viene messo a disposizione dei propri risparmiatori, che hanno la possibilità di partecipare alle singole operazioni di intervento. Finisce il tempo in cui questi operazioni erano appannaggio solo di investitori istituzionali. Oggi, praticamente, tutti posso investire in tale tipologia di prodotti.

Per il risparmiatore, oltre alla possibilità di avere ritorni decisamente interessanti in termini di remunerazione del capitale investito, c’è anche l’ulteriore vantaggio di avere l’esenzione dal capital gain. E allora non facciamoci sfuggire l’occasione di posizionare una parte del nostro portafoglio nel mondo delle infrastrutture, con l’obiettivo di contribuire personalmente al miglioramento infrastrutturale del nostro Paese e avere, contestualmente, ritorni interessanti nel medio/ lungo periodo, senza l’applicazione del capital gain.


di Davide Battisti