lunedì 18 luglio 2022
È arrivato il tempo di imporre un’accelerazione. Per Roberto Rustichelli, “occorre concludere il processo di liberalizzazione dei mercati energetici entro i termini previsti, evitando ulteriori proroghe”. Il presidente dell’Antitrust sostiene di avere “ribadito più volte che i vantaggi della liberalizzazione per i consumatori finali, anche in termini di prezzi più bassi e conseguenti risparmi, potranno pienamente dispiegarsi solo in un contesto di effettiva concorrenza tra gli operatori”. Al contempo, “solo se i consumatori si fanno parte consapevole e attiva nello scegliere le offerte più convenienti nel mercato si possono innescare reali dinamiche concorrenziali”.
Secondo Rustichelli, “la concorrenza affonda le sue radici nei principi della democrazia e della libertà complessiva del sistema. Per la promozione di uno sviluppo economico e sociale lungo queste direttrici, non basta tuttavia l’azione dell’Autorità Antitrust: occorre una politica pubblica volenterosa di riconoscersi in una visione del mercato monocratica e aperta, consapevole che la concorrenza può avere iniziali costi per alcuni ma genera certamente benefici per tutti. La concorrenza deve continuare a essere centrale anche nell’attuale contesto economico”.
La tutela della concorrenza, secondo Rustichelli, “è sempre importante, ma ancor più necessaria quando il potere di acquisto si riduce, per cui è indispensabile contrastare eventuali condotte collusive o sfruttamenti abusivi del potere di mercato che potrebbero amplificare ulteriormente gli effetti negativi delle dinamiche inflazionistiche”. Inoltre, sottolinea la necessità di “promuovere la concorrenza significa investire nel futuro del Paese”.
Tanto più in un contesto difficile come quello attuale, caratterizzato anche dalle conseguenze della guerra in Ucraina, secondo il presidente dell’Antitrust, “l’economia appare avviarsi verso una fase caratterizzata da meno crescita e più inflazione, le cui conseguenze negative gravano soprattutto sulle fasce più deboli della popolazione e del tessuto produttivo del nostro Paese, con il rischio di accrescere anche la diffidenza nei confronti del mercato come istituzione di governance economica”. E accade spesso che il mercato sia “ingiustamente accusato se la crescita economica stenta e il potere di acquisto diminuisce”. Per questo “emerge l’indubbia centralità delle politiche pubbliche – e, in particolare, della politica fiscale e di quella monetaria – per rispondere ai bisogni di cittadini e imprese, nonché per ridare loro fiducia, anche nei confronti del mercato. Ma è proprio in questi momenti che occorre guardare anche alla politica di concorrenza come strumento imprescindibile affinché si creino le condizioni per consentire all’economia italiana di produrre più valore e in maniera più inclusiva”.
Una sana concorrenza, a suo parere, “non esaspera le disuguaglianze, ma offre opportunità; non remunera le rendite di posizione, ma premia la migliore imprenditorialità del Paese”. Rustichelli ha sottolineato infinte l’importanza di assicurare che la concorrenza nei mercati nazionali “non sia distorta da condotte anticoncorrenziali, o da regolazioni ingiustificatamente restrittive”. E anche se questo “non può dissolvere gli effetti economici derivanti dagli attuali squilibri nelle catene globali del valore e dalle tensioni geopolitiche – anche e soprattutto in questa fase – è un obiettivo che deve essere perseguito”.
di Duilio Vivanti