Buoni pasto: è l’ora dello sciopero

martedì 14 giugno 2022


Scatta lo sciopero dei buoni pasto. Per l’appunto, domani non saranno accettati in ristoranti, bar, supermercati, alimentari, ipermercati aderenti ad associazioni di categoria della distribuzione e del commercio, come Ancd Conad, Ancc Coop, Federdistribuzione, FepeT-Confesercenti, Fida e Fipe-Confcommercio.

“Azione drastica”

Federdistribuzione, in una nota, parla di “un’azione drastica, resasi necessaria per chiedere con urgenza al Governo una riforma radicale del sistema dei buoni pasto, con l’obiettivo di salvaguardare un servizio importante per milioni di lavoratori e renderlo economicamente sostenibile”.

Alberto Frausin, presidente di Federdistribuzione, sottolinea: “In Italia abbiamo commissioni non eque, le più alte d’Europa. Parliamo del 20 per cento del valore nominale di ogni buono. È un meccanismo influenzato enormemente dagli sconti ottenuti dalla Consip nelle gare indette con la logica del massimo ribasso. Peccato che i risparmi che la centrale di acquisto pubblica riesce a ottenere nell’assegnazione dei lotti di buoni pasto siano sostanzialmente annullati dal credito d’imposta, che le società emettitrici ottengono a fronte della differenza Iva tra le aliquote applicate in vendita e in riscossione. A pagare il conto sono le nostre aziende”.

Nuove prospettive

“Vogliamo che i buoni pasto, un servizio prezioso per milioni di lavoratori e famiglie, continuino a essere utilizzati anche in futuro – termina Frausin – ma ciò sarà possibile solo sulla base di condizioni economiche ragionevoli e di una riforma radicale dell'attuale sistema che riversa commissioni insostenibili sulle imprese e ne mette a rischio l'equilibrio economico”.

L’altro versante

C’è, poi, chi dice no. Le associazioni dei consumatori Adoc, Adiconsum, Assoutenti e Federconsumatori, infatti, spiegano: “Ancora una volta i consumatori italiani vengono usati come ostaggi dalle organizzazioni della Gdo (Grande distribuzione organizzata, ndr) e dei ristoratori per rivendicazioni che, seppur giuste nella sostanza, finiscono per danneggiare solo e unicamente i cittadini. Se la protesta contro le condizioni svantaggiose dei buoni pasto è corretta nelle sue motivazioni, il soggetto contro cui viene attuato lo sciopero, ossia i consumatori, è del tutto errato, perché saranno solo gli utenti a pagare il prezzo di tale iniziativa. Non si capisce perché le organizzazioni della Gdo e degli esercenti non abbiano pensato a proteste contro Consip e Mef, unici responsabili delle condizioni imposte sui ticket per la spesa”.


di Tommaso Zuccai