La riforma della crisi d’impresa e dell’insolvenza

giovedì 24 marzo 2022


La riforma della crisi d’impresa e dell’insolvenza ha avuto un percorso lungo e travagliato. Nel Consiglio dei ministri del 17 marzo scorso è stato approvato lo schema del Decreto legislativo che dà attuazione alla direttiva 2019/1023 dell’Unione europea. Il Decreto legislativo, peraltro, modifica ulteriormente il codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza emanato il 12 gennaio 2019 (Dlgs 14/2019). Con il nuovo testo, sono stati stabiliti i parametri oggettivi che determinano l’obbligo per l’impresa di accedere alla procedura negoziata come previsto dal decreto-legge 118/2021 convertito nella legge 147/2021. L’obiettivo della norma è quello di evitare, nei limiti del possibile, il fallimento. Se non ci saranno modifiche dell’ultima ora, dal 16 maggio 2022 gli imprenditori avranno l’obbligo di seguire pedissequamente il monitoraggio dell’attività gestionale della loro azienda.

È un argomento all’ordine del giorno che potrà comportare non pochi problemi per le imprese italiane che scontano una situazione di difficoltà. La procedura avrà un impatto significativo nei confronti delle piccole e medie imprese italiane, ovvero il fulcro della struttura produttiva del nostro Paese. Il monitoraggio continuo ha lo scopo di individuare le criticità delle aziende che presentano rischi di continuità aziendale. La situazione di crisi aziendale sarà acclarata sulla base di parametri e indici, che definiscono in maniera oggettiva lo stato di criticità nella gestione dell’impresa. I parametri non considerano la situazione soggettiva dell’impresa e, quindi, determineranno problematiche a oggi facilmente prevedibili. Ogni impresa ha dinamiche gestionali che non è possibile omologare.

A supporto dei nostri lettori che svolgono attività imprenditoriali, abbiamo posto in essere una rubrica dedicata, con la quale desideriamo guidarli cercando di decodificare, nel modo più semplice possibile, una normativa particolarmente complessa, che avrà effetti significativi sul nostro tessuto imprenditoriale che in prevalenza è composto da micro, piccole e medie imprese. La nuova normativa potrà comportare la chiusura di tante imprese italiane. Ancora una volta viene recepita una direttiva comunitaria, da parte del nostro Governo, senza considerare gli effetti devastanti per il nostro tessuto imprenditoriale, che è significativamente diverso da quello degli altri Paesi europei. A tal proposito, abbiamo raccolto la disponibilità di specialisti del settore, i quali cureranno tutti gli aspetti e le criticità della nuova normativa che incombe sul nostro tessuto imprenditoriale.


di Antonio Giuseppe Di Natale