La manifestazione nazionale degli operatori balneari

venerdì 11 marzo 2022


Avverso il Disegno di legge delega sul riordino delle concessioni balneari hanno manifestato, a Roma, gli operatori del settore titolari di concessioni. Il Disegno di legge delega in materia di “concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali per finalità turistico ricettive in aree ricadenti nel demanio marittimo” è stato approvato alla “unanimità”, in Consiglio dei ministri, il 15 gennaio 2022. L’approvazione unanime è stata solo di facciata. Il centrodestra, rappresentato nel Governo dal ministro Massimo Garavaglia, competente in materia, ha subito esplicitato che il testo sarebbe stato emendato e migliorato nel percorso parlamentare. La direttiva comunitaria numero 28 del 2006 è stata recepita dal Parlamento italiano nel 2010.

La direttiva prende il nome dall’allora commissario europeo, l’olandese Frederik Bolkestein, politico ed economista, che aveva come obiettivo la liberalizzazione e la concorrenza nei servizi. Lo stesso commissario europeo alla concorrenza ebbe a dire, in un convegno alla Camera dei deputati, “per quanto mi riguarda le concessioni balneari non sono servizi ma beni e quindi la direttiva sulla libera circolazione dei servizi non va applicata alle concessioni delle spiagge”. Da economista non avrebbe potuto dire altrimenti.

Le concessioni sono beni immateriali funzionali allo svolgimento di una specifica attività, nella fattispecie la gestione di stabilimenti balneari. Nella prima versione del Ddl, i punti essenziali della “riforma” prevedevano:

– il dinamismo concorrenziale;

– i criteri omogenei per l’affidamento delle concessioni;

– l’adeguata considerazione degli investimenti effettuati dagli attuali concessionari;

– l’adeguata valutazione del valore aziendale;

– l’adeguata valutazione della professionalità acquisita dagli operatori;

– la qualità del servizio offerto e i relativi prezzi.

Cosa c’entra il dinamismo concorrenziale, se vengono messe a gara le medesime concessioni balneari? Se l’obiettivo della direttiva era quello di incentivare la concorrenza, perché non vengono messe a gara nuove aree demaniali? Ne gioverebbe la concorrenza e le entrate del demanio. Quali sono i criteri omogenei, quelli adottati dall’allora sindaca Virginia Raggi nel recente bando del Comune di Roma per la assegnazione delle spiagge? La commissione di valutazione, insediata dall’ex primo cittadino, aveva una così ampia discrezionalità di valutazione che determinava di fatto l’assegnazione non certo per criteri oggettivi. L’adeguata valutazione degli investimenti effettuati dagli attuali concessionari e del valore aziendale è un diritto degli imprenditori, se vige ancora in Italia il diritto di proprietà. I criteri per valutare gli indennizzi sono facilmente determinabili, in quanto i beni sono iscritti in bilancio e per la valutazione del valore aziendale possono essere utilizzati i parametri che adotta l’Agenzia delle entrate.

Può una norma giuridica valutare ex ante la professionalità degli operatori e la qualità dei servizi prestati e il prezzo del servizio? Viviamo ancora in una economia di mercato? Invece di tutelare la concorrenza nei servizi, così come è concepito il Ddl sembra avere come obiettivo quello di compromettere un settore di eccellenza del nostro Paese.


di Antonio Giuseppe Di Natale