martedì 1 marzo 2022
L’inflazione ha registrato una crescita anche nel mese di febbraio. Bene, invece, il Pil. Secondo le stime dell’Istat, “l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,9 per cento su base mensile e del 5,7 per cento su base annua (da +4,8 per cento del mese precedente). L’accelerazione dell’inflazione su base tendenziale – è spiegato – è dovuta prevalentemente ai prezzi dei beni energetici (la cui crescita passa da +38,6 per cento di gennaio a +45,9 per cento), in particolare a quelli della componente non regolamentata (da +22,9 per cento a +31,3 per cento), e in misura minore ai prezzi dei beni alimentari, sia lavorati (da +2,2 per cento a +3,2 per cento) sia non lavorati (da +5,3 per cento a +6,9 per cento); i prezzi dei beni energetici regolamentati, anche nel mese di febbraio, risultano quasi raddoppiati rispetto allo stesso mese del 2021 (+94,4 per cento; era +94,6 per cento a gennaio)”.
Per l’Istituto nazionale di statistica l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, “accelera da +1,5 per cento a +1,7 per cento e quella al netto dei soli beni energetici da +1,8 per cento a +2,1 per cento. Su base annua accelerano in misura ampia i prezzi dei beni (da +7 per cento a +8,6 per cento) e di un solo decimo di punto quelli dei servizi (da +1,8 per cento a +1,9 per cento); si allarga quindi il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (da -5,2 punti percentuali di gennaio a -6,7)”.
E ancora “accelerano sia i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +3,2 per cento di gennaio a +4,2 per cento) sia quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +4,3 per cento a +5,4 per cento). L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto, per lo più, ai prezzi dei beni energetici non regolamentati (+8,3 per cento) e in misura minore dei Beni alimentari non lavorati (+1,7 per cento), degli alimentari lavorati e dei beni durevoli (entrambi +0,5 per cento)”.
L’inflazione acquisita per il 2022 “è pari a +4,3 per cento per l’indice generale e a +1,3 per cento per la componente di fondo. Secondo le stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) aumenta dello 0,8 per cento su base mensile e del 6,2 per cento su base annua (da +5,1 per cento di gennaio)”.
La crescita del Pil
Allo stesso tempo, l’Istat ha puntualizzato che nel 2021 “il Pil ai prezzi di mercato è stato pari a 1.781.221 milioni di euro correnti, con un aumento del 7,5 per cento rispetto all’anno precedente. In volume il Pil è cresciuto del 6,6 per cento”.
Dal lato della domanda interna nel 2021 “si registra, in termini di volume, un incremento del 17 per cento degli investimenti fissi lordi e del 4,1 per cento dei consumi finali nazionali. Per quel che riguarda i flussi con l’estero, le esportazioni di beni e servizi sono salite del 13,3 per cento e le importazioni del 14,5 per cento. La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito positivamente alla dinamica del Pil per 6,2 punti percentuali. L’apporto della domanda estera netta è stato di +0,2 punti e quello della variazione delle scorte ugualmente di +0,2 punti”.
Il valore aggiunto “ha registrato aumenti in volume del 11,9 per cento nell’industria in senso stretto, del 21,3 per cento nelle costruzioni e del 4,5 per cento nelle attività dei servizi. Si rileva una contrazione dello 0,8 per cento nell’agricoltura, silvicoltura e pesca. L’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche, misurato in rapporto al Pil, è stato pari a -7,2 per cento, a fronte del -9,6 per cento nel 2020”.
Il saldo primario “(indebitamento netto meno la spesa per interessi) misurato in rapporto al Pil, è stato pari a -3,6 per cento (-6,1 per cento nel 2020)”.
di Redazione