Prodotti marci e scaffali vuoti: lo sciopero dei Tir

giovedì 24 febbraio 2022


Lo sciopero dei Tir con i blocchi stradali rischia di generare danni incalcolabili sia per il mercato interno italiano che per le esportazioni. Questo è l’allarme lanciato da Coldiretti, la maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura dello stivale. L’annuncio segue i fatti di Catania, dove numerosi sono stati gli episodi di fermo degli autotrasporti, avvenuti attraverso il taglio delle gomme, creando inoltre disagi importanti per la viabilità, soprattutto nei raccordi stradali della Sicilia orientale. Questa protesta è causata dal rincaro della benzina e del gasolio, causato soprattutto dalla crisi mondiale di questi giorni. Gli autisti dei camion infatti, attraverso lo sciopero, richiedono allo stato di porre rimedio a questa “stangata” che rischia, anzi sta mettendo, in ginocchio il settore.

Per l’associazione il blocco “aggrava le già pesanti difficoltà della filiera agroalimentare, costretta a far fronte a pesanti aumenti dei costi di produzione per le materie prime e l’energia, la capacità di auto approvvigionamento alimentare del paese in un momento di grandi tensioni internazionali con accaparramenti, speculazioni e limiti alla circolazione delle merci e venti di guerra in Ucraina che soffiano sui prezzi di gas e carburanti”. In una nazione come l’Italia, dove l’85 per cento delle merci viaggia su strada, i problemi generati da questo tipo di protesta, oltre ai disagi alla viabilità, rischiano di creare danni incalcolabili al settore agroalimentare. Infatti, un numero altissimo di materie prime rischia di marcire nei magazzini in attesa di essere prelevati dagli autotrasporti e, dall’altro lato, gli scaffali dei supermercati restano di conseguenza vuoti. Inoltre, sempre per i prodotti deperibili come frutta, verdura, funghi e fiori, fermi nei magazzini, l’industria alimentare si trova costretta a fermare gli impianti di lavorazione.

Coldiretti aggiunge che “a preoccupare è anche l’impatto sulle esportazioni, con i concorrenti stranieri pronti a prendere lo spazio del Made in Italy sugli scaffali di negozi e supermercati all’estero, mettendo a rischio il record di 52 miliardi di export agroalimentare realizzato nel 2021, secondo l’analisi dell’associazione su dati Istat”. Secondo gli esperti del Sindacato degli agricoltori, per risolvere questa situazione di disagio, bisognerà agire con i fondi del Pnrr per colmare la distanza del settore logistico italiano con quello dei paesi concorrenti, che minano difatti il primato dei prodotti nostrani per l’esportazione globale. Intanto, non si può fare altro che restare a guardare l’impennata dei prezzi del carburante, che non accennano di ritornare ai livelli “normali” a cui ci eravamo abituati, auspicando nell’azione della mano dello stato per arginare, almeno temporaneamente, questa situazione, che nell’agenda degli interventi diventa sempre più prioritaria.

 

 


di Edoardo Falzon