Il Doping dei crediti d’imposta

domenica 13 febbraio 2022


L’intervento da parte dello Stato nell’economia, a sostegno di specifiche attività produttive, in periodo di pandemia è certamente giustificato. La chiusura di intere filiere produttive a causa del lockdown ha fortemente penalizzato il settore turistico delle strutture ricettive, sia nelle città d’arte, che nelle località turistiche di montagna e di mare. Sarebbe auspicabile un intervento mirato che permetta di recuperare queste imprese che realizzano circa il 13 per cento del Pil e impiegano oltre il 12 per cento della forza lavoro attiva. I bonus fiscali nel settore edilizia, che nelle intenzioni dei governi succedutisi in questa legislatura avrebbero dovuto innescare il recupero del settore stesso, comparto a elevato impiego di manodopera e trainante per l’incremento del Pil, in realtà hanno creato distorsioni, facendo lievitare i prezzi delle materie prime, e generato enormi truffe ai danni dello Stato.

È bastata la restrizione alla cessione dei crediti d’imposta per causare un immediato impatto negativo nell’attività edilizia. Non oso pensare cosa succederà al settore con la fine dei superbonus fiscali. Sovvenzionare i settori produttivi ha un effetto positivo nell’immediato anche per le imprese meno strutturate ma nel medio e lungo termine con l’esaurimento inevitabile degli incentivi l’effetto dopante svanisce. Le esenzioni, detrazioni, crediti d’imposta e aliquote agevolate sono in Italia oltre 600 ed hanno un impatto di minori entrate per l’erario dello Stato per oltre 75 miliardi di euro l’anno. In un’economia di mercato avanzata le agevolazioni, in senso lato, creano iniquità, clientele politiche e sono distorsive per la concorrenza.

La riforma fiscale, ormai ineludibile, dovrebbe a mio avviso prevedere la totale abolizione di questa giungla di agevolazioni che avvantaggiano alcune categorie a danno di altre. Un governo liberale e liberista dovrà procedere all’archiviazione degli incentivi e la scelta permetterebbe una riduzione orizzontale per tutti i settori produttivi con enorme beneficio per l’economia e ripristinerebbe l’equità tra gli operatori economici.


di Antonio Giuseppe Di Natale