Pnrr: chiarimenti non richiesti

lunedì 7 febbraio 2022


Sul quotidiano “Il Messaggero”, rispondendo alla domanda di Marco Esposito “ministro come è possibile affermare che gli investimenti per l’Alta velocità, addirittura “per loro natura” non possono essere ripartiti su base territoriale?”, il ministro Enrico Giovannini precisa: “La frase in effetti può portare a un fraintendimento. Sul sito del ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili è spiegato con chiarezza che per noi gli investimenti territorializzabili sono quelli assegnabili in modo univoco a progetti che ricadono su specifici territori nazionali, come il caso dei porti e delle reti ferroviarie regionali. In questo senso, l’Alta velocità non è regionalizzabile”.

Continua sempre il ministro: “Le assicuro che l’Alta velocità, come altri investimenti che ricadono in una particolare macro-area (Nord, centro e sud) sono correttamente considerati nei totali, in particolare di quello relativo al Mezzogiorno, in relazione ai progetti di alta velocità Napoli-Bari e Salerno-Reggio Calabria”.

Quindi precisa il ministro Giovannini: “Fare la Salerno-Reggio Calabria è stata una scelta di questo Governo. Se l’avessimo inserita tutta nel Pnrr, saremmo stati dei folli perché è impossibile ultimarla nei tempi previsti: per questo, sono inseriti solo i lotti realizzabili e resi fruibili entro il 2026, ma ci sono quasi 10 miliardi su bilancio dello Stato per proseguire l’opera oltre tale data”.

Ha ragione il ministro quando ribadisce la impossibilità di dare, a opere come l’Alta velocità ferroviaria e io aggiungo come i valichi, una specifica regionalizzabilità; trattasi infatti di opere che sono essenziali per l’intero Paese; invece non sono d’accordo su due precisazioni del ministro: la prima relativa al fatto che nel Pnrr sono inserite solo le opere che potranno concludersi entro il 2026; in realtà le tre tratte contemplate come “avviabili” sull’asse Salerno-Reggio Calabria sono le seguenti tre tratte.

Di queste tre tratte solo la prima è presente nel Pnrr con una copertura di 1.800 milioni di euro. E, secondo quanto anticipato da Rete ferroviaria italiana, l’opera sarà disponibile non prima di nove anni e quindi non coerente al vincolo imposto dal Pnrr sul 2026.

La seconda precisazione riguarda i 10 miliardi sul bilancio dello Stato per proseguire l’opera. In realtà, sempre a detta di Rete ferroviaria italiana, le altre due tratte da proseguire sono quelle relative alla Battipaglia-Praia e alla Praia-Tarsia (il cui importo è pari proprio a 10 miliardi); quando il ministro parla di Bilancio dello Stato penso si riferisca al Contratto di programma delle ferrovie e questo impegno è solo un impegno programmatico. Il ministro sa, infatti, che è in vigore dal 2016 un Decreto legislativo che riproduco ormai sistematicamente in cui si evince chiaramente che le risorse disponibili sono solo quelle che il Parlamento autorizza nelle Leggi di stabilità annuali (vedi Decreto legislativo 93 /2016).

Forse sarebbe stato più corretto ammettere, sin dal mese di ottobre 2020, sin dal mese di dicembre 2020, sin dal mese di febbraio 2021, sin dal mese di marzo 2021, sin dalla metà dicembre 2021, cioè sin dalle prime ed ultime mie denunce sul mancato rispetto del famoso 40 per cento al Sud, che il Governo avrebbe cercato, in tutti i modi, di onorare un impegno che purtroppo non era stato possibile assicurare né con il Pnrr, né con il Piano complementare. In particolare, come più volte ribadito, la unica possibilità poteva essere quella di assicurare già nella Legge di stabilità 2022 la copertura del Contratto di programma Anas relativamente al completamento dell’asse viario 106 Jonica; assicurare cioè una dotazione finanziaria di circa 4,8 miliardi di euro.

Tutto questo però non è avvenuto e mentre non si è dato peso, mentre non si è creduto alle mie sistematiche denunce, si è dovuto poi ammettere tutto di fronte ad una relazione del ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili che, con una ingenuità davvero encomiabile, ha raccontato quali siano le reali coperture per il Sud.

(*) Tratto dalle Stanze di Ercole


di Ercole Incalza (*)