Le imprese temono l’aumento dei contagi

mercoledì 5 gennaio 2022


L’Italia vive il rischio di una “tempesta perfetta”. Con l’aggiunta del Super green pass, il numero dei contagi per la variante Omicron, la mancanza di materie prime e i prezzi delle bollette alle stelle sono sempre di più le imprese a rischio chiusura. Se dovesse, prima o poi, passare la “linea rigorista” sul contrasto alla pandemia, per le aziende sarebbe complicato riuscire ad evitare lo stop. Cercare sostituti tra manodopera introvabile e operai con qualifiche inadatte può diventare un problema di difficile soluzione. Le associazioni di categoria sono convinte della bontà del Super green pass. Ma i sindacati pressano per estendere l’obbligo vaccinale a tutti gli italiani.

Intanto, il presidente di Confindustria Piemonte Marco Gay ha detto che l’obbligo vaccinale è la soluzione migliore per lavorare, in quanto garantisce di farlo in massima sicurezza. Non si dice perciò minimamente intimorito per i possibili problemi che potrebbe dare il Super green pass. “Ci crea molta più preoccupazione la scarsità di materie prime e l’aumento di energia e gas”, spiega. Pietro Ferrari, presidente di Confindustria Emilia-Romagna, è meno fiducioso. A suo avviso, dal 10 gennaio potrebbero esserci “problemi di produzione non irrilevanti”. Secondo Ferrari, “i No vax sono un numero abbastanza limitato, ma non sarà facile trovare sostituti altrettanto specializzati. Piuttosto temiamo l’alto numero di persone che dovranno confinarsi e i tempi lunghi per avere certificazioni e tamponi per tornare a lavorare”. E chiosa: “Il caos sta aumentando. E in alcune linee di produzione se mancano due persone fondamentali, si blocca tutto. Nel manifatturiero avremo inevitabili problemi di riduzione di organico, visto che lo smart working è impraticabile”.

D’altro canto, il presidente di Confindustria Salerno Antonio Ferraioli, si dice favorevole all’obbligo vaccinale. “Nella mia azienda i No vax sono l’1 per cento e anche nelle imprese del territorio la percentuale è comunque bassa quelle piccole avranno certo più problemi a coprire il personale privo di Pass. Ma sono convinto che l’obbligo della certificazione rafforzata abbatterà lo zoccolo duro dei contrari e spingerà i lavoratori ancora dubbiosi a vaccinarsi”. Mario Resca, presidente Confimprese, è convinto che “il governo Draghi aveva iniziato bene a gestire la fase della pandemia con l’arrivo dei vaccini. Poi però è rimasto ostaggio della politica e dei partiti e ora la situazione sembra davvero fuori controllo”.

Anche Mauro Bussoni, segretario generale di Confesercenti, è favorevole al Super green pass se serve per mantenere le attività aperte. Allo stesso tempo però spiega che non si tratterà di una mossa indolore e che avrà un impatto sull’organizzazione del lavoro. “Per questo chiediamo al governo di trovare soluzioni semplificate, perché il boom di quarantene ha già svuotato gli organici. Un provvedimento ancora più restrittivo potrebbe rendere la situazione complessa e difficile da gestire”. Mauro Lusetti, presidente di Legacoop, non nasconde le proprie perplessità. In quanto ritiene il Super green pass “una mezza misura” per questo “è necessario l’obbligo vaccinale per tutti”.


di Redazione