I prodotti ittici del Delta del Po a Sealogy

lunedì 22 novembre 2021


Conclusosi con successo Sealogy, il grande appuntamento fieristico internazionale interamente dedicato all’universo mare, alle potenzialità della blue economy e della pesca. Numerose le realtà legate al mare, alla nautica e alle eccellenze ittiche presenti in fiera e non poteva mancare il Flag Gac Chioggia Delta del Po all’interno degli stand Flags Alto Adriatico, insieme al Distretto ittico di Rovigo e Chioggia. A Sealogy 2021, il Flag Gac Chioggia Delta del Po con orgoglio ha sostenuto e promosso i prodotti e gli operatori della pesca e dell’acquacoltura del Comparto marittimo di Chioggia e Delta del Po, una grande risorsa umana ed economica, espressione di una forte identità locale. Il Flag Gac Chioggia Delta del Po ha ospitato presso lo stand dei Flag dell’Alto Adriatico i referenti di due progetti strategici finanziati con fondi Feamp attraverso specifiche misure del Piano d’Azione. Si tratta del Progetto “Museo della pesca” del Comune di Porto Tolle, presentato da Maurizio Tezzon e del Progetto di individuazione delle Aza (Zone allocate per l’Acquacoltura in ambiente marino) nel Compartimento marittimo di Chioggia presentato da Giuseppe Prioli della Cooperativa mare.

Sempre durante i lavori fieristici, che si sono svolti a Ferrara, gli operatori della pesca e dell’acquacoltura Greguoldo Alessio e Luigino Marchesini, Presidente del Consorzio cooperative pescatori scardovari, hanno raccontato e descritto la loro esperienza, relazionando sulla storia e l’attualità dei prodotti e delle produzioni di altissima qualità come l’Ostrica Rosa Tarbouriech e la Cozza di Scardovari, entrambe coltivate nella meravigliosa Sacca di Scardovari, nel cuore del Parco del Delta del Po, riserva di Biosfera dell’Unesco. L’ostrica rosa de Tarbouriech è un prodotto di altissima qualità, il risultato di un metodo di allevamento innovativo che porta ad un prodotto finale con caratteristiche eccezionali, dal guscio pulito e privo di parassiti, un sapore impareggiabile e carni consistenti. Le sperimentazioni nel Parco del Delta del Po iniziarono nel 2007, arrivando ad un grado di qualità oggi altissimo. Solo nel 2016 è iniziata la produzione vera e propria e nel 2017 la vendita del prodotto. Coltivata con estrema attenzione, in una delicata proporzione tra acque salate e dolci, l’ostrica locale è divenuta un’eccellenza richiesta in tutto il mondo. Nel Delta del Po, le ostriche s’incollano una ad una a mano su corde, collegate ad un argano che le innalza riproducendo l’effetto delle maree atlantiche.

L’accrescimento in verticale dà più spazio all’ostrica, che quindi assume una forma sferica propria delle ostriche più pregiate e lo stare molto fuori dall’acqua la irrobustisce, favorendo il fatto che resta chiusa e fresca anche per quindici giorni dopo essere stata raccolta. Inoltre, il non venire a contatto con i fondali evita che le ostriche diventino la casa della polidora, un verme marino che rende immangiabili le ostriche. Tali dinamiche, insieme alla luce solare, donano alle conchiglie una bella sfumatura rosa acceso, che dà il nome alla varietà. Gli allevamenti di ostriche in Italia si sono sviluppati moltissimo negli ultimi anni, tanto che si stima che la produzione totale sia aumentata del 150 per cento, ma sono cifre ancora molto distanti dai livelli di produzione francese. In Italia, produciamo circa 170 tonnellate all’anno, la Francia 120 mila. Le ostriche locali vengono lavorate e pulite manualmente, in un processo lungo e laborioso prima di divenire un prodotto pregiato che con la loro polpa ricca e saporita è ricercatissimo dai migliori chef al mondo.


di Domenico Letizia