L’Ibl sul sistema pensionistico italiano

lunedì 31 maggio 2021


Onestà intellettuale e vivacità nella scrittura, in un libro che mescola aneddoti e un racconto di taglio autobiografico alla storia del sistema previdenziale. Sono queste le caratteristiche de La guerra dei cinquantanni. Storia delle riforme e controriforme del sistema pensionistico di Giuliano Cazzola. Un libro che aiuta il lettore a districarsi all’interno di un tema complesso come quello delle pensioni, una materia spesso paragonata a un vero e proprio labirinto

Il volume, pubblicato da Ibl Libri, è stato presentato venerdì scorso in occasione di un webinar a cui hanno partecipato, insieme all’autore, anche Elsa Fornero (professoressa di Economia politica all’Università di Torino) e Nicola Rossi (professore di Economia politica all’Università di Roma Tor Vergata e consigliere d’amministrazione dell’Ibl). 

Elsa Fornero, autrice della prefazione al libro, ha messo in evidenza come le pensioni siano un tema che agita di continuo gli animi. La discussione su questi argomenti è però spesso viziata da ambiguità ed errori concettuali. Inoltre è stata dominata da un’impostazione di tipo giuridico, secondo cui tutto viene regolato e gestito da leggi dello Stato. Il legislatore e l’opinione pubblica non comprendono sempre quale sia il costo opportunità delle diverse scelte.

Per Nicola Rossi uno degli aspetti che ha influito sul settore è stato il ruolo esercitato dal sindacato nel bloccare i numerosi tentativi di riforma che si sono susseguiti. Gli atteggiamenti tenuti dal sindacato in quei frangenti sono rivelatori della loro difesa di interessi particolari. Parlando invece dell’oggi, Rossi ha affermato di essere preoccupato per una situazione che sembra riportare il paese al periodo precedente il 1995: stiamo infatti smantellando, attraverso continui interventi episodici, l’uniformità di trattamento che si era cominciata ad ottenere con la riforma Dini

Proprio da qui è partito Giuliano Cazzola, cioè dalle manomissioni alla riforma Fornero che sono state troppo numerose: ad esempio, nove salvaguardie per gli esodati, quota 100 e il blocco dell’adeguamento dell’attesa di vita. Tutte deroghe alla giusta riforma di fine 2011 che ha cercato di rimettere in equilibrio il sistema. Paradossalmente, come ha affermato Cazzola, sono state di più le deroghe che non le attuazioni: in questo modo la legge è stata depotenziata. Lo scenario che abbiamo davanti, anche alla luce della situazione demografica del paese, è preoccupante. Quello che occorre pertanto far capire è come il decisore stia mandando il conto da pagare alle generazioni future.


di Istituto Bruno Leoni