L’Ue accelera sull’Euro digitale

lunedì 17 maggio 2021


Per andare incontro al sempre crescente numero di cittadini europei che utilizzano i pagamenti elettronici, l’Unione europea sta accelerando le procedure per avviare il progetto dell’Euro digitale. Non si tratterà di una criptovaluta, ma di una valuta emessa dalla Banca centrale europea il cui valore sarà pari a quello dell’euro fisico.

Ad aprile la Bce ha pubblicato i risultati di una consultazione, rivolta a cittadini e professionisti, a sostegno di questo progetto. L’analisi, che si è svolta dal 12 ottobre 2020 al 12 gennaio 2021, ha raggiunto un campione di oltre 8.200 risposte, il numero più elevato mai registrato per un sondaggio pubblico della Bce. Le risposte sono arrivate perlopiù dalla Germania (47%), dall’Italia (15%) e dalla Francia (11%).

“I risultati emersi dalla consultazione sono incoraggianti”, ha detto Fabio Panetta, membro del Comitato esecutivo della Bce, nel corso di una audizione sul tema in Parlamento europeo, “nei prossimi mesi il Consiglio direttivo della Bce deciderà se avviare un’indagine formale su un Euro digitale”. I tempi previsti per condurre questa analisi sono stimati in circa due anni. “Al termine dell’indagine il Consiglio direttivo dovrebbe decidere come strutturare l’Euro digitale e se passare alla fase di attuazione dei requisiti utente. Questa fase, che durerà diversi anni, sarebbe dedicata allo sviluppo di servizi integrati, ai test e all’eventuale sperimentazione pratica di un Euro digitale”. Solo alla fine del processo il Consiglio direttivo sarà in condizione di prendere una decisione in merito alla sua introduzione.

Nell’opinione pubblica questo progetto sta suscitando grandi attese, ma anche molti dubbi. Tra le associazioni di categoria che guardano con diffidenza all’ipotesi della valuta digitale c’è Assovalori, l’associazione professionale che raggruppa le aziende che si occupano del trasporto valori, il cui presidente, Antonio Staino, commentando questo scenario ha spiegato: “Ben venga l’Euro digitale, ma a patto che l’approccio dell’Unione europea verso gli altri metodi di pagamento esistenti resti neutrale, dunque che non venga eliminato il contante, e soprattutto che venga garantita la continuità operativa dei pagamenti anche nei casi di emergenza, come in caso di attacchi informatici”.

Riguardo una delle principali problematiche percepite dai cittadini europei in merito all’utilizzo dei pagamenti elettronici, la sicurezza, Staino avverte: “Sappiamo che il crimine informatico è cresciuto notevolmente durante la pandemia, il ‘Secondo Rapporto sulla filiera della sicurezza in Italia’ elaborato dal centro studi Censis, pubblicato lo scorso aprile, ha rivelato che nel 2020 sono state commesse 241.673 truffe e frodi informatiche, il 13,9 per cento in più rispetto all’anno precedente (nel 2010 erano state solo 96.442). Un italiano su tre – ha sottolineato Staino – non si sente sicuro quando fa operazioni bancarie on-line. Uno su quattro ha paura di utilizzare i sistemi di pagamento elettronici per fare acquisti in rete. E le percentuali salgono nettamente tra le persone più avanti con gli anni e tra quelle con bassi livelli di istruzione”.


di Marco Cruciani