Il sistema finanziario internazionale chiede i danni da Covid

venerdì 19 marzo 2021


Chi pagherà i debiti da pandemia contratti dagli Stati col sistema finanziario internazionale e con le Big Pharma? Occorre sgomberare ogni dubbio, soprattutto evitare facilonerie, come credere che venga inserita una voce tra i tributi e le tasse. I fatti sono evidenti: l’intero pianeta è più o meno maggiormente esposto (indebitato) con la Cina, la speculazione finanziaria “autorevole” (quella che regola i mercati) deve incassare più soldi di ieri, soprattutto la politica è ormai soccombente rispetto ai desiderata dei potenti della terra.

Primo equivoco da chiarire, l’indebitamento non è col popolo cinese, ma con chi ha allocato in Cina la sede delle strutture operative: valga l’esempio del cinquanta per cento del debito pubblico Usa in mano alla Cina, che di fatto è posseduto da società finanziarie con sede in Cina. Queste ultime sono anche le maggiori finanziatrici del laboratorio micro-biologico di Wuhan, che risulta di proprietà della Glaxosmithkline (azienda partecipata da Pfizer): queste tracce finanziarie appaiono nel documento che gli 007 consegnarono a Donald Trump, e che permisero all’Amministrazione repubblicana di puntare il dito contro la Cina. Ma Glaxosmithkline rientra nella divisione finanziaria di Black Rock, ed è partecipata e gestita dalla Open Foundation (fondazione di George Soros), ed anche dalla francese Axa (ecco cosa c’entrano i francesi a Wuhan). Ne deriva che le accuse di Donald Trump alla Cina hanno trasformato l’esponente repubblicano nel nemico numero uno della gestione speculativa internazionale. Se avesse vinto Trump, le multinazionali avrebbero incontrato maggiori ostacoli a riscuotere i crediti da tutti gli Stati del mondo: oggi l’unico nemico di questo sistema speculativo è Vladimir Putin.

Del resto, Soros è proprietario della tedesca Winterthur, che ha finanziato il progetto di laboratorio a Wuhan, e perché in Cina si possono fare esperimenti genetici vietati dalle leggi occidentali. Quel laboratorio veniva poi ceduto alla tedesca Allianz (partecipata da Vanguard): tutte aziende in pancia a Black Rock, principale controllore delle banche centrali di tutto il pianeta, poiché amministra più della metà del capitale d’investimento globale. Black Rock è l’importante azionista della Microsoft di Bill Gates, ed è il vero motivo che impone alle Amministrazioni di tutto il mondo di non poter prescindere dai programmi di Gates, che a sua volta è azionista di Pfizer. Ben si comprende chi siano ora i creditori e gli indebitati. Siamo tutti indebitati col sistema finanziario, ed oggi molto più di ieri.

Barbara Spinelli (figlia di Altiero Spinelli, e non certo una simpatizzante di Trump) ha detto che “appellandosi a speciali corti arbitrali, le forze di mercato (grandi corporazioni, Big Pharma, fornitori di servizi idrici o elettrici, investitori stranieri) possono far causa agli Stati, quando ritengono che i propri profitti, presenti e anche futuri, siano lesi… è la trappola che minaccia gli Stati, nel momento in cui tentano di riequilibrare i rapporti con il libero mercato”.

“Sull ’onda del Covid (…) – ha continuato Spinelli – le autorità pubbliche scoprono di esser state troppo dipendenti dal mercato globalizzato, (…) le multinazionali non sono sempre disposte a perdere i vantaggi di cui hanno goduto in quasi mezzo secolo di neoliberismo e privatizzazioni. Non rinunceranno a reclamare risarcimenti per i guadagni che sono venuti meno o che verranno meno...”.

Il Covid assurge così a fonte di guadagno legale per le multinazionali. Ecco che i contenziosi tra multinazionali e Stato italiano potrebbero avere come punto d’accordo la cessione di patrimoni pubblici (o privati se in mano a tribunali fallimentari) a soggetti sovrannazionali o multinazionali. Oggi, strumenti come i pignoramenti europei (e internazionali) risultano avere una via molto più veloce delle strade utilizzate nei contenziosi tra italiani (pignoramenti per vertenze di lavoro, mancati pagamenti). Ecco perché più di duecento studi legali associati, ubicati al centro di Roma, assistono solo investitori stranieri: i risarcimenti sono certi e le parcelle ben pagate. Così già dallo scorso marzo, mentre gli avvocati italiani venivano fermati dal lockdown, gli studi associati che assistono gli investitori esteri si attivavano per richieste risarcitorie a Governo ed imprese italiane. Intanto, la solita vocina malevola suggerisce che le misure anti-Covid sarebbero state prese proprio per consentire agli investitori d’aggredire Stato, piccole e medie imprese.

La stessa Spinelli cita il caso dello studio legale Quinn Emanuel, che perora come “ampie compensazioni son dovute nei casi in cui gli investitori si sono sentiti espropriati in seguito a misure anti-Covid”: in pratica si potrebbe sospettare il dolo, ovvero governanti che avrebbero varato misure anti-Covid per consentire alle multinazionali di fare causa agli Stati sovrani. È lecito domandarsi cosa potrebbero fare gli studi legali che assistono gli investitori collegati al fondo londinese del ministro Vittorio Colao (è nel governo Draghi).

Quest’ultimo è il ministro dell’Innovazione tecnologica: in pratica ha in mano la nostra anima digital virtuale. Per anima di noi italiani ovviamente s’allude alla “profilazione totale del cittadino” attraverso il controllo continuo della sua spesa giornaliera, dei suoi consumi e risparmi: quella blockchain che, come struttura dati condivisa e immutabile, viene spacciata alle masse come “deterrente all’evasione fiscale”. L’Italia assurge con Colao a pioniera della cessione dei dati a un registro digitale, che permetta a strutture sovrannazionali il controllo di ogni cittadino che possegga moneta o produca reddito. In pratica, l’estrema digitalizzazione farà si che nessun cittadino di società organizzata possa sottrarsi al pagare i debiti verso i gestori dei mercati, verso Big Pharma, verso i signori della finanza. Ma quanto valgono i nostri dati sanitari, bancari, reddituali e patrimoniali ed in cambio di cosa verrebbero ceduti alle multinazionali? I nostri dati sono una parziale rifusione dei danni subiti dagli investitori internazionali sotto lockdown? A conti fatti, gli Stati (specie quelli più indebitati) stanno introducendo leggi comode solo alle multinazionali, che mettono le nostre esistenze in mano ai poteri finanziari del Pianeta. Di fatto il 5G, che dicono renda più sicura l’Italia, permetterà a banche, security e polizie un controllo sulle vite di tutti i cittadini, soprattutto di indebitati e mal pagatori.

Per pagare i debiti da Covid, verranno introdotte sempre più leggi (l’Italia lo fa da tempo) in materia manifatturiera e commerciale che derivino da accordi di cartello, tra poteri bancari e multinazionali (chimico-farmaceutiche, agro-alimentari, finanziarie, social network, energetiche e di security). Obiettivo di questi accordi è sostituire il controllo statale con agenzie sovrannazionali partecipate da corporate, major, e “poteri bancari”. Per semplificare, per rifondere i danni o l’indebitamento da Covid, le nostre tasse passeranno direttamente agli investitori multinazionali.


di Ruggiero Capone