La Pwc e le analisi sull’export digitale

martedì 16 febbraio 2021


Le restrizioni fisiche e le misure di distanziamento imposte dalla pandemia hanno mutato le abitudini di acquisto dei consumatori, facendo comprendere ancora di più l’importanza e le potenzialità dei canali digitali e dell’e-commerce per tutte le categorie di merci e servizi. Secondo il network Pwc, che fornisce servizi di consulenza, di direzione, revisione di bilancio e consulenza legale e fiscale, scalano la classifica degli acquisti on-line la categoria dell’abbigliamento e calzature (53 per cento on-line, 22 per cento in store), l’elettronica (41per cento on-line, 21 per cento in store), la cosmetica (39 per cento on-line, 21 per cento in store) e le attrezzature sport e fitness (32 per cento on-line, 18 per cento in store). Si dividono invece più equamente fra gli acquisti on-line e quelli in negozi fisici gli alimentari (33 per cento on-line, 32 per cento in store), gli elettrodomestici (30 per cento on-line, 23 per cento in store) e i prodotti fai-da-te per la casa (32 per cento on-line, 23 per cento in store).

Nel 2020 gli eventi di business digitali hanno registrato cifre da record, spingendo gli acquisti: il Global shopping festival di Alibaba ha movimentato un valore lordo di merci pari a 62 miliardi di euro in 11 giorni (dal 1 al 11 novembre). Il Black friday 2020, invece, ha registrato una spesa totale negli Stati Uniti di nove miliardi di dollari e un fatturato del +189 per cento rispetto al 2019. I top marketplace mondiali per numeri di visite sono stati Amazon per gli acquisti generalisti, Zalando per la categoria fashion, BestBuy per l’elettronica, Wayfair per l’arredamento e Barnes&Noble per i libri.

I dati dell’export digitale sono stati descritti e presentati durante un recente webinar organizzato da Pwc, moderato da David Pambianco e con gli interventi di Erika Andreetta, Partner Pwc Italia e Consumer market consulting Leader, Rodrigo Cipriani Foresio, General manager Alibaba group and country manager Alipay South Europe, Antonio Franceschini, Responsabile ufficio Promozione e Mercato internazionale Cna, Astrid Beltrami, Export director di Dr. Vranjes Firenze, Maria Antonietta Plantone, Amministratore delegato di Laboratori cosmetici e Antonio Giustiniani, Trade marketing manager Fg Italian leather bags. I dati di Pwc evidenziano alcuni comportamenti che hanno accelerato le tendenze già in atto e che ne condizioneranno l’evoluzione in futuro. Nell’era post-pandemia, il consumatore darà maggior attenzione al prezzo, prediligerà una customer experience sicura e accessibile, e riconfermerà il coinvolgimento del digitale, con un forte utilizzo dei dispositivi mobili. Molto interesse sarà dato agli influencer e al passaparola, con maggiore propensione alla condivisione dei propri dati.

Inoltre, l’attenzione ai temi della sostenibilità sarà sempre più determinante nel guardare ai brand e influenzare gli acquisti. Il 42 per cento dei consumatori quando acquista on-line premia velocità e affidabilità, un fattore chiave per le aziende che vendono sul web. Tra gli altri fattori risulta essenziale la disponibilità dei prodotti, la facilità e rapidità di ricerca nei siti ed una buona politica di reso. Secondo Erika Andreettaper le Pmi sarà fondamentale definire una strategia di vendita on-line, ripensare il sistema di logistica, puntare su un pricing dinamico ed investire in analisi dei big data per incrementare le performance di digital marketing sulle piattaforme digitali. È un’occasione unica considerato il livello di upskilling digitale del cliente finale a livello mondo. I marketplace possono realmente fornire alle Pmi italiane un canale distributivo importante, che si aggiungerà ai canali già esistenti per far conoscere le nostre eccellenze con costi e tempi ridotti rispetto ai canali tradizionali. Fondamentale sarà ripensare ai nostri prodotti per venire incontro alle culture e ai gusti locali e investire fortemente in digital marketing per promuovere al meglio il made in Italy”. Tuttavia, la ripartenza del 2021 sarà differenziata in base alle aree geografiche.

Le imprese italiane dovranno acquisire maggiore competitività nelle principali economie di sbocco e nelle venti “geografie prioritarie” in un’ottica di opportunità nel medio-lungo periodo. Tra i mercati da presidiare: Germania, Usa, Cina, Giappone, Corea del Sud, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita. Nei mercati chiave, l’Italia può attendersi una crescita media annua delle esportazioni di oltre il 5 per cento a partire dal secondo semestre dell’anno 2021.


di Domenico Letizia