Occupazione stabile, Pil al 16,1 per cento nel terzo trimestre

venerdì 30 ottobre 2020


Un balzo al 16,1 per cento: è il dato del Pil italiano registrato nel terzo trimestre del 2020. Nei tre mesi precedenti, aveva chiuso al -13 per cento. Complessivamente la variazione acquisita del Pil per il 2020 è del -8,2 per cento. Questi i dati resi noti dall’Istat in relazione al maxi-rimbalzo dell’economia. Il dato è quello che verrebbe ottenuto davanti a una variazione congiunturale pari a zero nel quarto trimestre.

Nel terzo trimestre del 2020, ha sottolineato l’Istat, si stima che il Prodotto interno lordo “espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato sia aumentato del 16,1 per cento rispetto al trimestre precedente, mentre sia diminuito del 4,7 per cento in termini tendenziali. Il terzo trimestre del 2020 ha avuto quattro giornate lavorative in più rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al terzo trimestre del 2019”.

“La variazione congiunturale – è stato spiegato – è la sintesi di un aumento del valore aggiunto sia nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, sia in quello dell’industria, sia in quello dei servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo sia della componente nazionale (al lordo delle scorte), sia di quella estera netta. La variazione acquisita per il 2020 è pari al -8,2 per cento”.

A settembre, peraltro, il numero di occupati risulta sostanzialmente stabile rispetto al mese precedente mentre si conferma la flessione dei disoccupati registrata ad agosto e prosegue il calo degli inattivi. “La sostanziale stabilità dell’occupazione (+ 6mila unità) è sintesi, da un lato, dell’aumento osservato tra le donne, i dipendenti a tempo indeterminato e gli over 50 e, dall’altro, della diminuzione tra gli indipendenti e i 25-34enni. Nel complesso il tasso di occupazione sale al 58,2 per cento (+0,1 punti percentuali) – ha evidenziato l’Istat – la flessione del numero di persone in cerca di lavoro (-0,9 per cento pari a -22mila unità) coinvolge gli uomini e gli under 50, mentre tra le donne e gli ultra 50enni si osserva una leggera crescita. Il tasso di disoccupazione scende al 9,6 per cento (-0,1 punti) e tra i giovani al 29,7 per cento (-1,7 punti)”.

Non solo: il numero di inattivi risulta in lieve diminuzione (-0,1 per cento pari a -15mila unità). Un andamento, questo, che su cui sono andati a incidere il calo tra le donne e gli over 35, “non completamente compensato dall’aumento osservato tra gli uomini e gli under 35. Il tasso di inattività resta invariato al 35,5 per cento”. Inoltre “il livello di occupazione nel terzo trimestre 2020 è superiore dello 0,5 per cento a quello del trimestre precedente, registrando un aumento di +113mila unità. Nel trimestre crescono anche le persone in cerca di occupazione (+18,1 per cento pari a +379mila) e calano gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-3,7 per cento pari a -521mila unità)”.

Tra le altre cose, le continue flessioni congiunturali tra marzo e giugno hanno fatto sì che, anche a settembre, l’occupazione continuasse a essere più bassa di quella registrata nello stesso mese dell’anno scorso (-1,7 per cento pari a -387mila unità). “La diminuzione – ha precisato l’Istat – coinvolge uomini e donne di qualsiasi età, dipendenti (-281mila) e autonomi (-107mila), con l’unica eccezione degli over 50, tra i quali gli occupati crescono di 194mila unità, soprattutto per effetto della componente demografica. Il tasso di occupazione scende, in un anno, di 0,9 punti percentuali”.


di Redazione