martedì 1 settembre 2020
Nel corso degli anni le difficoltà e le novità del settore della pesca hanno caratterizzato molto del dibattito politico e commerciale tra gli attori tunisini e quelli siciliani. La pesca ha rappresentato, e rappresenta, il motore dell’azione diplomatica di due mondi simili legati al Mediterraneo e alla formazione di pescatori che guardano al bene comune liquido come bacino da tutelare e valorizzare, consapevoli che solo la cooperazione può contribuire a salvaguardare il mare e a crescere in termini di innovazione. Trapani e Mazara del Vallo rappresentano da decenni i poli di tale magnetismo politico. Una storia che nasce con il progetto “Club Bleu Artisanal” e l’azione della Camera di Commercio di Trapani.
Il progetto “Club Bleu Artisanal” ha avuto il merito di illustrare i vantaggi per le imprese, legate al Programma di cooperazione trasfrontaliera Italia-Tunisia, che nel tempo hanno puntato la propria azione commerciale sul rispetto della qualità e della tracciabilità delle risorse del nostro mare, valorizzando al contempo le tradizioni enogastronomiche congiunte italo-tunisine e l’approvvigionamento a “km 0” con prodotti di qualità controllata. Da tale collaborazione è nato il marchio di qualità “Club Bleu Artisanal”, attuando un sistema di approvvigionamento diretto tra i pescatori di Sidi Mechreg e di Mazara del Vallo e i ristoratori di Trapani, Mazara e Biserta. Una sinergia sviluppatasi dall’ente camerale di Trapani, dal Distretto produttivo della pesca di Mazara del Vallo, dall’Istituto Superiore della pesca e dell’acquacoltura di Biserta, dalla Direzione Generale della pesca e dell’acquacoltura e dalla Federazione Regionale degli albergatori di Tunisi, Cartagine e Biserta. Perno della progettualità fu il legame tra turismo e pesca con il filo conduttore delle tradizioni gastronomiche locali: offrire ai clienti la certezza di consumare un prodotto di alta qualità grazie alle garanzie offerte dalla tracciabilità, conciliando la qualità del pescato con la tradizione gastronomica siciliana e tunisina e legando queste due sponde del Mediterraneo.
Il marchio “Club Bleu Artisanal” ha rappresentato un’ottima opportunità di promozione e di marketing, attraverso il quale sviluppare un circuito turistico fortemente legato al territorio, alle sue tradizioni e alle sue eccellenze produttive, tra le quali il pescato del Mediterraneo. Una cooperazione commerciale e in termini di sostenibilità che non è mai cessata e che va evolvendosi con l’innovazione tecnologica, le applicazioni e con la partecipazione di nuovi Paesi che vivono e sviluppano idee nel Mediterraneo. Dal “Club Bleu Artisanal” all’innovativo progetto Surefish, l’innovazione diviene il cardine della cooperazione nel mondo della pesca. Nelle ultime settimane, in Tunisia si sono svolti dei momenti di approfondimento sul progetto Surefish, vincitore dei Bandi Prima 2019 per il settore “agrifood value chain”, filiera alimentare. Il progetto che vede il coordinamento dell’Italia, con la società Enco srl e l’Università degli Studi di Napoli Federico II (Unina), insieme ad altri quattro Paesi: Egitto, Libano, Spagna e Tunisia, intende valorizzare e tutelare la pesca, in particolare per acciuga, cernia, tilapia e tonno rosso, con la finalità di garantire la tracciabilità del prodotto ittico nel Mediterraneo e combattere la pesca illegale. La pesca è infatti una delle più grandi industrie dell’area del Mediterraneo, un reddito rilevante e un’opportunità commerciale in molti Paesi della costa ma è spesso inefficiente e dispendiosa, perché non regolamentata.
La pesca illegale è purtroppo una pratica assai diffusa, inclusa la pesca eccessiva e le frodi. Su iniziativa di Slow Food Tebourba Association e Gi.&Me. Association, partner del progetto, si è svolto a Tebourba un momento di approfondimento dedicato all’approccio del consumatore locale verso il prodotto ittico, la tracciabilità e l’autenticità della pesca. Surefish intende dare slancio e implementare un meccanismo globale di sicurezza, che si avvalga dello sviluppo tecnologico e della ricostruzione della filiera di approvvigionamento della pesca nel Mediterraneo. Una rivoluzione metodologica per i piccoli pescatori e per le associazioni ittiche della Tunisia e non solo.
Il progetto intende sviluppare anche nuove strategie di comunicazioni nel Mediterraneo, legate alla pesca e alla tutela della fauna ittica, per promuovere la fiducia dei consumatori, valorizzando i marchi di certificazione e le applicazioni per la tracciabilità. Sono innumerevoli le opportunità economiche nel settore della pesca in Tunisia, un Paese che presenta grandi prospettive di sviluppo, in particolare per le aziende italiane e siciliane interessate alla trasformazione di prodotti della pesca e alle forniture di impianti e macchinari per la lavorazione, lo stoccaggio e la logistica. Una storia comune quella tra Tunisia e Sicilia così come comune è il mare nel quale si continua a implementare innovazione, ricerca e cooperazione. La pesca e la collaborazione tra Sicilia e Tunisia può rappresentare una chiave di volta per l’economia del sud del Mediterraneo e disegnare nuovi scenari in termini di sicurezza, sostenibilità e alimentazione in epoca post-pandemia sanitaria, rilasciando nuovo ossigeno per le piccole e medie imprese del Sud Italia e del Nord Africa.
di Domenico Letizia