A rischio l’accordo di libero scambio tra Europa e Canada

venerdì 7 agosto 2020


L’accordo di libero scambio tra Canada e Unione europea potrebbe innescare nuove e preoccupanti prospettive economiche dopo la scelta di Cipro. Con 37 voti contrari e 18 favorevoli, il Parlamento dell’isola di Cipro ha detto “No” al trattato di libero scambio fra Unione europea e Canada. Tutti i partiti, ad eccezione della destra, hanno votato contro il Ceta: alla base di questa scelta la tutela di un prodotto di eccellenza locale qual è il formaggio Hallouimi. Il Ceta è un accordo, approvato nel 2017, che ha già prodotto grandi risultati in termini di esportazioni per i paesi europei, rafforzando gli interessi dei produttori. Un accordo che non coinvolge solo il settore agroalimentare ma un’ampia gamma di interessi. La scelta di Cipro potrebbe generare problematiche non solo con il mondo delle piccole imprese dell’isola legate all’export, facendo calare l’attenzione d’oltreoceano sul formaggio Halloumi e introducendo nuovi dazi, ma generare danni a tutta la comunità europea. Nel tentativo di comprendere cosa sta accadendo a Cipro e quale future prospettive ha l’accordo economico e commerciale globale tra il Canada e l’Unione europea intervistiamo Sergio Passariello, ceo di Euromed International Trade, fondatore del Think Tank “Imprese del Sud” nonché profondo conoscitore e animatore di iniziative legate al Ceta in Italia e nel Mediterraneo.

Il formaggio Halloumi è stato il simbolo della battaglia di Cipro contro il Ceta. Cosa sta accadendo sull’isola ubicata nel Mediterraneo Orientale?

Cipro non ha ratificato l’accordo basandosi sulle fake news. È paradossale che le forze politiche che in Europa hanno approvato il Ceta oggi lo respingono basandosi sulla stessa propaganda che serpeggia in Italia. Il Ceta non è solo agroalimentare e voglio dire agli amici imprenditori ciprioti che senza il Ceta il loro formaggio Halloumi non sarà protetto. Senza il Ceta i canadesi potranno produrre quel formaggio utilizzando nel packaging anche i simboli e le bandiere cipriote. Una vertenza sviluppatasi più per demagogia politica che per concretezza commerciale senza visionare l’attualità della bilancia commerciale tra Cipro e Canada.

Analizziamo i rapporti economici tra Cipro e Canada? Perché il Ceta è importante anche per Cipro?

Nel piccolo contesto economico di Cipro sono 40 le attuali aziende che commerciano con il Canada. Il valore delle esportazioni cipriote in Canada è di ben 41 milioni di euro e 12 milioni di euro è il valore delle importazioni di Cipro dal Canada. Una bilancia commerciale molto favorevole per Cipro che senza il Ceta potrebbe rischiare di saltare. E non mi riferisco solo all’agroalimentare ma a tutte le opportunità di collaborazione economica e commerciale tra Cipro e il Canada. D’altronde ricordo che sia Ciprio che il Canada sono entrambi membri del Commonwealth e quindi, già per questa semplice constatazione, il Canada ha ottimi rapporti economici e commerciali con l’isola.

Perché le scelte di Cipro rappresentano un probabile pericolo per tutta l’Europa?

In un periodo estremamente complicato come questo, dove le aziende hanno fame di rilancio non possiamo assolutamente permetterci di far saltare un accordo di libero scambio così approfondito e articolato per l’ostracismo diffuso di una parte di operatori di un solo comparto economico. Il Ceta sta rischiando e anche in questo caso le fake news sull’accordo, come accade in Italia, hanno inciso sulle scelte politiche dell’isola e potrebbero creare problemi a tutta l’Europa, essendo un accordo che necessita la ratifica di tutti gli stati europei. Grazie al Ceta, anche in Italia, possiamo sviluppare ulteriormente il comparto commerciale e della cooperazione economica con il Canada e con tutto il Nord America. Ricordo che è stato da poco firmato l’accordo commerciale denominato Nafta tra Stati Uniti, Messico e Canada e con la mancata ratifica del Ceta, ci potranno essere seri problemi per l’accesso diretto al ricco mercato nordamericano. Rischiare su tali opportunità è pura miopia, per il futuro dell’export del nostro Paese, di Cipro e dell’Europa.

Quali soluzioni possiamo intravedere per un futuro prospero del Ceta?

Spiace per i tanti agricoltori che hanno compreso i vantaggi del Ceta, ma se non riescono a incidere sui loro colleghi e sulla politica dei pregiudizi, tanto vale valutare la sospensione dell’accordo nella parte relativa all’agroalimentare e salvaguardare tutte le opportunità create per il manifatturiero e per i numerosi altri settori che vantano eccellenze. Si pensi, ad esempio, al mondo del nostro Made in Italy da valorizzare nel Nord America. Cipro ed i suoi rappresentanti politici che oggi hanno votato contro l’accordo del Ceta, in questi anni dove erano? Come mai non hanno sollevato queste urgenze di certificazione durante la negoziazione dell’accordo del Ceta? Ricordo che, nel corso delle procedure di negoziato, Cipro ha chiesto tutela su altri prodotti e non sul formaggio Halloumi. Non possiamo dare le colpe al Ceta per errori commessi dal governo cipriota. L’Halloumi è tradizionalmente prodotto con latte di pecora o capra, ma a causa delle enormi richieste destinate all’esportazione, diretta soprattutto verso il Regno Unito, la Repubblica di Cipro produce il formaggio prevalentemente con latte di mucca per lo più importato. Tale approccio ha generato e continua a generare problemi nella stessa certificazione di qualità a livello europeo. La questione di tale formaggio è davvero complicata e la demagogia politica non ha risolto il problema ma ha trovato un nemico che nemico non è: il Ceta. D’altronde le scelte di Cipro hanno innescato problematiche anche all’interno della stessa maggioranza dell’isola. Il ministro delle finanze cipriota Constantinos Petridis ha dichiarato su Twitter che la decisione del Parlamento dovrebbe essere riconsiderata, sottolineando l’importanza dell’accordo commerciale e descrivendolo come il più grande accordo raggiunto dall’Unione europea dopo 15 anni di sforzi comuni.


di Domenico Letizia