Trump e il denaro creato dal nulla

venerdì 3 aprile 2020


Mentre in Europa il Piano “Sure” – sicuro – ammontante ad aiuti per tutti i Paesi membri pari a 100 miliardi di euro, di cui 20 all’Italia (a fronte di garanzie per 25...) è stato accolto con parole di grande enfasi, Donald Trump ha annunciato un pacchetto di aiuti all’economia degli Stati Uniti da 2mila miliardi.

Camera e Senato hanno, infatti, raggiunto un accordo che ha consentito al presidente americano di firmare una legge recante un massiccio livello di aiuti da tempo di guerra. Il pacchetto comprende assegni diretti a tutti gli americani con reddito inferiore a 75mila dollari mediante pagamenti diretti da 1200 dollari a testa per gli adulti e 500 dollari per ogni bambino. Un aiuto di 150 miliardi sarà diretto agli ospedali mentre le piccole imprese riceveranno 350 miliardi. Una parte quindi andrà in sussidi ed una parte al rilancio dell’economia reale.

Come fa Trump a disporre di simili cifre considerando che i suoi rapporti con la Banca Centrale degli Stati Uniti, la Fed, non sono tra i più idilliaci?

Sin dall’inizio del mandato, infatti, sul fronte monetario Trump si è posto l’obiettivo di tagliare i tassi per galvanizzare l’economia e far tornare a spendere mentre quello del capo della Fed, Jerome Powell, era di normalizzare la politica monetaria Usa alzando i tassi.

In questo frangente l’estroso presidente, superando politiche economiche come neppure il nostro Federico Caffè, l’economista keynesiano sostenitore del principio che il denaro si possa creare dal nulla,  avrebbe potuto immaginare. Il povero Caffè, peraltro maestro di Mario Draghi, contrario a quella politica monetaria diretta più al controllo dell’espansione eccessiva che a trovare strumenti volti all’arresto e al superamento di una depressione, scomparve nel nulla nel 1988 e ne fu dichiarata la morte presunta dieci anni dopo.

Il presidente americano, forse stanco dei lacciuoli della sua banca centrale, non ha voluto avvalersi di essa per iniettare denaro a debito, come tutte le banche centrali fanno. La famosa manovra da 800 miliardi di Barack Obama, elaborata a seguito della crisi del 2008, era costituita da fondi elargiti dalle banche a prestiti a tasso agevolato, ma sempre di prestiti da restituire si trattava.

Lui si è avvalso della Fed per una “piccola” (rispetto al totale) porzione di 350 miliardi, per il resto emetterà dei buoni – non si sa in che forma – direttamente. Di fatto crea denaro dal nulla come a suo tempo fece Lincoln, che per finanziare la guerra civile stampò banconote garantite dal Governo che costituivano ricevuta per lavoro e merci prodotte negli Stati Uniti. Avevano un corso legale interno e aiutarono gli Stati del Nord non solo a vincere la guerra, ma anche a mettere le basi per un periodo di grande espansione economica.

Gli effetti di tale politica monetaria creativa si vedranno, ma per il momento sono stati già ben evidenziati da molte sedute positive di Wall Street.

Lo stanziamento del sussidio “Sure”, invece, dà tanto l’impressione di essere un palliativo “per andare a comprare le sigarette”.


di Ferdinando Fedi