Istat: ad agosto cala la fiducia di consumatori e imprese

mercoledì 28 agosto 2019


Il rapporto dell’Istat sulla fiducia dei consumatori e delle imprese segnala un netto calo ad agosto: il primo scende da 113,3 a 111,9 mentre il secondo da 101,2 a 98,9. Come evidenzia il rapporto, la diminuzione della fiducia dei consumatori è generalizzata ma la componente economica e quella futura registrano le flessioni più marcate passando da 129,6 a 127,8 e da 117,4 a 115,4. Per le imprese, inoltre, si conferma “un quadro di elevata incertezza”: in particolare, i livelli di fiducia nelle costruzioni e nei servizi di mercato sono i più bassi da inizio anno.
Per quanto riguarda la fiducia dei consumatori, si rileva un calo più contenuto per il clima personale (da 108,0 a 107,0) e per quello corrente (da 111,1 a 110,0).

Per le imprese, l'indice di fiducia diminuisce in tutti i comparti con l'unica eccezione rappresentata dal commercio al dettaglio dove rimane sostanzialmente stabile (da 110,0 a 109,9). Sono il settore delle costruzioni e quello dei servizi, invece, a subire il calo più marcato: rispettivamente da 142,8 a 140,4 e da 100,0 a 97,4; mentre è più contenuto nella manifattura (da 100,1 a 99,7).

La Confesercenti, commentando i dati Istat, dichiara: “La crisi di governo e l'ombra della recessione spaventano famiglie e attività economiche. Il dato di agosto sulla fiducia restituisce un quadro di crescente preoccupazione per il futuro e diffuso pessimismo. In particolare tra le imprese, che nel 2019 hanno registrato, in media, i livelli di fiducia più bassi degli ultimi tre anni”. E sottolinea inoltre come “l'ondata di incertezza coinvolge anche i consumatori e se non sarà risolta rischia di avere seri contraccolpi sulla domanda interna, sugli investimenti e sulle assunzioni”.

“A pesare, in primo luogo, sono le anticipazioni negative sulla crescita dell'economia italiana, rese ancora più preoccupanti dall'instabilità politica e dalle incertezze sulla futura legge di bilancio, su cui pende la spada di Damocle degli aumenti Iva previsti dalle clausole di salvaguardia”. Diventa quindi “urgente definire una via d'uscita chiara alla crisi: imprese e famiglie, in assenza di certezze, adotteranno un atteggiamento prudente rinviando politiche di investimenti e posticipando le spese. Il rischio è che l'incertezza si tramuti dunque in una nuova gelata dei consumi, che aggraverebbe ancora la condizione del piccolo commercio, che già vede sparire circa 14 imprese al giorno: un triste bilancio che potrebbe peggiorare ulteriormente per gli effetti del calo di fiducia. Una crisi strutturale – rimarca Confesercenti - per cui abbiamo già chiesto di aprire un tavolo”.


di Claudia Diaconale