venerdì 28 dicembre 2018
Gli ultimi giorni dell’anno 2018 hanno generato buone notizie per l’economia dell’Albania. Gli analisti economici registrano un balzo positivo dell’interscambio commerciale del Paese delle aquile. Il buon andamento dell’attività commerciale del Paese registra una crescita sia delle esportazioni che delle importazioni. Sorprendente è il balzo positivo registrato dalle eccellenze enogastronomiche locali che, grazie ad una progettualità tra istituzioni politiche ed economiche, inizia ad avere un’importante diffusione territoriale.
Il volume dei prodotti riconosciuti come “Made in Albania” hanno registrato una significata crescita, salendo del 15 per cento nel corso degli ultimi mesi. Il loro ammontare, come riportato da Agenzia Nova, è stato di 2,34 miliardi di euro. Analizzando i dati legati alle importazioni, la crescita si attesta intorno ad un più 2,8 per cento, con un ammontare di 4,71 miliardi di euro. Grazie al significativo incremento delle esportazioni, il disavanzo commerciale dell’Albania ha subito una contrazione scendendo a 1,8 miliardi di euro, un -7 per cento, ossia pari a 178 milioni di euro in meno rispetto ai primi 11 mesi dell’anno scorso. Come recentemente dichiarato dall’ambasciatore italiano in Albania, Alberto Cutillo: “L’Albania è un Paese politicamente stabile e le possibilità di investimento per le imprese italiane interessate al Paese sono alte ma è essenziale studiare le regole del Paese, raccogliendo informazioni necessarie prima di avviare qualsiasi attività”.
Settore di grande interesse in un’ottica di medio-lungo periodo è l’agricoltura, che il Governo sta rilanciando. Sebbene il settore soffra ancora di una serie di problematiche, tra cui la frammentazione fondiaria, il succedersi di fenomeni di sovrapproduzione e di penuria dei prodotti, nonché l’assenza della c.d. “catena del freddo” per lo stoccaggio e la conservazione delle carni, esistono buone possibilità di inserimento per i fornitori italiani di macchine ed impianti relativi al settore agroalimentare ed in particolare impianti ad alto contenuto tecnologico per la lavorazione, trasformazione e conservazione dei prodotti carnei e vegetali, nonché macchinari per il settore enologico. Interessante fenomeno è la sempre maggiore diffusione di colture della vite destinata alla produzione del vino. Specialmente nella regione del Kallmet si sono raggiunti livelli di produzione di uva autoctona destinata alla produzione di vino, considerato apprezzabile, con presenza di cantine realizzate spesso con l’assistenza professionale di progettisti italiani ed apparecchiature provenienti dall’Italia.
L’industria del vino del Paese ha un problema di immagine e marketing pubblicitario anche all’interno dell’Albania. Va ribadito però che una nuova generazione di viticoltori sta riscoprendo la tradizione autoctona del vino in Albania, con risultati impressionanti. Il Paese vanta grandi potenzialità di sviluppo e una storia vitivinicola dalle antiche radici. Nei primi anni ’90, un programma di privatizzazione dei terreni vitivinicoli portò ad un ulteriore modernizzare del settore ed un miglioramento nella produzione del vino. La vera ripresa della viticoltura albanese si e vista comunque dopo il 2002 quando, grazie a diverse politiche di sostegno, si è registrato un aumento di superficie vitata, giungendo ad oggi con circa 26mila ettari. Durante questi anni si sono impiantati oltre ai vitigni autoctoni Shesh, Kallmet, Vlosh, Debinë, Serinë, Pulës, Manakuq, anche vitigni internazionali quali Merlot, Sangiovese, Barbera, Chardonnay, Primitivo, Montepulciano, Cabernet Sauvignon, Petit Verdot, Moscato, ecc. Grazie agli investitori privati l’industria di produzione del vino è allo stato avanzato con molte prospettive interessanti. Anche Papa Francesco nel 2014 durante il suo viaggio in Albania si concesse la curiosità di assaggiare i vini di queste terre.
di Domenico Letizia