venerdì 9 marzo 2018
Anche se in molti s’interrogano sul futuro del governo, e sulla governabilità, forse sarebbe più opportuno chiedersi, se non sia l’ingovernabilità il vero tema, ma la proposta politica che ha ottenuto maggior consenso, ovvero quella che prevede forme di assistenzialismo e soluzioni antieconomiche e antistoriche ai problemi del nostro Paese
No alle grandi infrastrutture (anche se finanziate da privati), nazionalizzazione delle banche, ripristino di dazi, sostegno al reddito di cittadinanza; soluzioni che, se applicate, getterebbero il Paese in uno scenario economico apocalittico, più simile all’attuale ecosistema del Venezuela piuttosto che a quello di un Paese riformista europeo. Ma, ed è giusto ricordarlo, questo scenario, conseguenza di un voto democratico e legittimo, potrebbe non esistere nemmeno, se solo si fosse applicato quel principio, sostenuto da Hoppe, Miglio e molti altri, della limitazione del perimetro dello Stato. Se infatti risulta difficile appellarsi ai risultati di un’elezione democratica, sarebbe risultato però efficace – nel corso della Storia – applicare una riduzione delle funzioni dello Stato, e quindi, di conseguenza, della politica.
Un approccio di questo tipo permetterebbe ai cittadini la salvaguardia dei propri diritti e della propria libertà, in qualsiasi contesto post-elettorale. Questo poiché le funzioni di governo e le percentuali di responsabilità di spesa pubblica, sarebbero – per forza – limitate e bilanciate da un sistema di controllo tra poteri. Un approccio metodologico ai sistemi di governo che trova successo in molte esperienze politiche di tutto il mondo: dai Paesi che hanno scelto forme federali di spesa, e di governo, a quelli che – per loro natura o storia – hanno ritenuto ideale lasciare spazio all’iniziativa privata e ridurre al minimo l’ingerenza dello Stato nelle dinamiche economiche locali.
Una nota di colore – rispetto all’esito delle elezioni – non può però passare inosservata. Ed è quella che vede la sinistra “disperata” per il risultato del Movimento 5 Stelle. Legittimo, si riterrà, ma anche incoerente. La sinistra, forse inconsapevolmente, è e sarà responsabile di qualsiasi scempio economico possa essere messo in piedi dai M5S. È stata proprio la sinistra, nella storia, ad alimentare un sistema di governo ingombrante e preponderante sulle normali dinamiche tra soggetti individuali. Questo è bene ricordarlo, quando e se dovremo impiegare il nostro Prodotto interno lordo a sostenere il reddito di cittadinanza, o se dovremo promuovere i dazi al commercio, mandando all’aria settant’anni di negoziati per la pace e lo sviluppo delle relazioni internazionali.
La nuova frontiera della democrazia può e deve essere la riduzione del perimetro dello Stato. Forse con queste elezioni, qualcuno finirà per capirlo.
di Elisa Serafini