sabato 18 giugno 2016
Finalmente anche il Nord, attraverso Milano Finanza, scopre quanto suicida sia stato, per la portualità italiana, il non aver dotato il Paese di un sistema di Alta Capacità ferroviaria per il trasporto delle merci lungo tutto lo stivale, e quanto altrettanto suicida sia stata la finalizzazione del corridoio Genova-Nord Europa, attraverso il Gottardo, per consentire l’arrivo delle merci nella Pianura padana dai porti di Rotterdam, Amburgo e Anversa, e non anche viceversa.
Mentre MF raccoglie il ‘grido’ di allarme della comunità portuale di La Spezia, Renzi, partecipando al viaggio inaugurale lungo il nuovo corridoio, assieme alla Merkel e ad Hollande, si esibisce nella specialità della casa con frasi di circostanza e l’esaltazione di ciò che fanno gli altri come “è un’opera bellissima… che ha un valore simbolico … la Svizzera dà un segnale molto bello: un tunnel di collegamento, di incontro” che viene parafrasato subito dal Ministro Delrio con “Così l’Europa sta unita. Questo sarà un grande spazio di opportunità se si saprà stare insieme. Una grande opportunità per l’Italia”.
Non sanno, purtroppo, ciò che dicono mentre si sta completando il disegno teutonico della difesa della portualità nord europea e di quel sistema logistico dal quale l’Italia dovrà dipendere e del quale è stata letteralmente scippata. E’ un disegno che viene da lontano è che ha visto impegnato in prima fila ‘il più tedesco degli italiani’ come amava farsi chiamare Mario Monti, il ‘super tecnico’ che la Merkel aveva ‘suggerito’, al disponibile Napolitano, come sostituto del legittimo Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che veniva considerato d’intralcio al disegno egemonico di concentrare nel Nord Europa la ‘logistica merceologica’.
L’insipienza italiana, continuata poi con Letta, e con il nuovo ‘benaltrista’ Matteo Renzi, penalizza solo l’Italia perché altri stanno lavorando per proprie soluzioni. L’Egitto, infatti, non solo ha raddoppiato la capienza dell’importante Canale di Suez ed aumentato il pescaggio dello stesso, ma già punta all’ipotesi della logistica a Porto Said. I cinesi, che hanno abbandonato l’idea della logistica in Sicilia e Calabria e che erano disponibili a finanziare l’Alta Capacità da Salerno in giù (oltre a finanziare il Ponte sullo Stretto anello fondamentale dell’ex corridoio 1), hanno scelto di comprarsi il Porto del Pireo in Grecia e da lì gestiranno, con una loro logistica, la distribuzione delle merci verso l’Europa. Anche Spagna e Francia sono impegnate in operazioni simili, mentre brilla, per le chiacchiere in libertà, solo il nostro Paese che sta perdendo letteralmente il treno.
Eppure chiunque capisce che approntare la portualità del Meridione collegata a reti di Alta capacità ferroviaria rilancerebbe porti come Napoli, Taranto, Augusta e Gioia Tauro (questi ultimi altrimenti destinati a vivacchiare o a morire con un transhipment ormai fuori mercato come dimostra una cassa integrazione senza fine) che fornirebbero il Nord Italia di quanto arriva dall’Estremo Oriente in tempi chiaramente più ridotti di quanti ne servono a Rotterdam, che i container li riceve con molti giorni di ritardo, a rifornire le stesse zone.
Soffermandosi solo su questo concetto si può far capire ai razzisti anti Meridione (annidiati nei media nazionali e magari provenienti dal Sud) che l’infrastrutturazione meridionale, con conseguente Alta Velocità, farà certamente bene al Meridione ma lo farà anche alla Pianura Padana e all’intero Paese anche perché una fetta del mercato europeo può essere rifornita dalla logistica italiana. Il servizio di MF fa bene sperare perché è il segnale che qualcosa sta cambiando e la riflessione può far ‘svegliare’ chi pensa che un Paese si governi solo con mancette e non con incremento del Pil, riduzione della disoccupazione e nuove occasioni di sviluppo che non cadono dal cielo ma sono il risultato di politiche espansive.
di Giovanni Alvaro