Confindustria: tante sfide attendono Boccia

sabato 2 aprile 2016


Si è designato il nuovo presidente di Confindustria nazionale, Vincenzo Boccia, si insedierà al posto dell’uscente Giorgio Squinzi; il neoeletto si è imposto sull’altro candidato Alberto Vacchi di Bologna per 9 voti.

Un’elezione che ha visto dividere in alcune regioni - come il Veneto - le forze territoriali che oggi sono però compatte nel sostenere il nuovo leader degli industriali. Il compito che l’attende non è facile come non è stato mai facile ai suoi predecessori, il mondo economico ed industriale vive un’evoluzione costante ma sempre più veloce e il nostro Paese affronta sfide sempre più difficili pagando lo scotto di lentezze decisionali di vertice che oggi più di ieri evidenziano tutta la loro inadeguatezza; un Governo, il nostro, che a fatica riesce a mantenere solo in parte le promesse che fa, si pensi ai crediti che le aziende vantano nei confronti di uno Stato insolvente, ancora 60/70 miliardi il debito verso le imprese per il quale Renzi prometteva la soluzione per il giugno 2015 ma ad oggi nulla.

Un ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che è bravo ma lento come si evidenzia dalle decisioni sul sistema bancario sempre in rincorsa rispetto alle direttive europee spesso troppo stringenti per il nostro tessuto industriale fatto di piccole e medie imprese. Le relazioni sindacali che fanno un passo avanti e due indietro, promettendo un’elasticità che poi mal si manifesta sul territorio.

Ci sono emergenze come quelle dell’Ilva di Taranto che aspettano risposte anche in termini legislativi ad oggi senza una soluzione e con un esproprio che pur se attuato non è figlio di alcuna sentenza di colpevolezza, sono invece colpevoli coloro che hanno preso decisioni di gestione che hanno portato una azienda che produceva reddito ad una che perde 60 milioni al mese e che ha ritardi nel pagare i fornitori alimentando la crisi economica e occupazionale di Taranto, una città che ha problemi sociali enormi sempre in bilico fra essere travolta dalla malavita o avere un futuro.

In questi anni di presidenza Squinzi abbiamo assistito a molti stop and go, non si possono addossare tutte le colpe al Governo, la Confindustria che rappresenta migliaia d’imprese e l’economia sana del Paese una forza di imprenditori e famiglie di lavoratori che ogni giorno sfidano le difficoltà e le zavorre italiche e vincono le sfide sui mercati, questa forza ha bisogno di una guida forte, lucida e senza compromessi, cosa fare ormai lo sanno tre generazioni di imprenditori che ad ogni elezione chiedono e sperano nel loro presidente per risolvere quei problemi strutturali che sino ad oggi rimangono irrisolti.

Per la nuova guida una sfida non facile ma se riuscirà a non essere irretito dall’andazzo dalle promesse di politica e Governo tutelando il sindacato degli industriali potrebbe essere la volta buona, usiamo il condizionale perché fin troppe volte abbiamo sperato nel nuovo e nell’entusiasmo delle promesse.


di Federico Tassinari