Tutti all’assalto della diligenza Fornero

venerdì 1 aprile 2016


Come è noto i sindacati tradizionali, Cgil in testa, sono pronti a scendere in piazza domani per chiedere una profonda revisione della tanto bistrattata Legge Fornero sulle pensioni.

Su questo piano il sempre più lepenista Matteo Salvini ha preannunciato una sorta di pesce d’aprile, annunciando una contromanifestazione ancora più radicale nelle pretese a San Carlo Canavese, ovvero città natale dell’ex ministro dell’Economia del Governo Monti. A tal proposito, quale antefatto del suo proposito, il leader del Carroccio è stato protagonista di un acceso dibattito con la stessa Elsa Fornero nel corso dell’ultima puntata del talk “diMartedì” condotto da Giovanni Floris. Anche in quest’occasione Salvini ha ribadito la sua forte impronta populista, invocando con parole e slogan degne di un comiziante d’altri tempi l’abolizione totale della suddetta legge, con buona pace di un bilancio dell’Inps che, nonostante tutto, continua a viaggiare perennemente sull’orlo del baratro. Tanto è vero che la spesa previdenziale effettiva, al netto dunque dell’assistenza, è continuata a lievitare malgrado la stessa Legge Fornero. Essa ha raggiunto nel 2014 la stratosferica cifra di 277,067 miliardi di euro, cioè il 17,17 per cento del Prodotto interno lordo, contro il 16,97 per cento dell’anno precedente. Ma Salvini, unito in questo al soviet dei sindacati, continua ad arruffare il popolo raccontando di immani tagli alla più alta spesa pensionistica del mondo avanzato che i numeri aggregati non rivelano affatto.

D’altro canto, in un Paese per vecchi quale è diventato quello di Pulcinella, dove secondo l’ultimo rapporto dell’Inps ci sono oltre 18 milioni di pensionati, escludendo quelli pubblici ed ex Enpals, la tentazione di cavalcare elettoralmente questa smisurata platea elettorale è sempre molto forte per i professionisti della politica di tutti i colori. Ovviamente stando all’opposizione risulta più facile dimenticarsi del collasso sistemico che la pur imperfetta Legge Fornero consentì di scongiurare quando la tensione sul nostro debito sovrano stava determinando una catastrofica crisi di liquidità. Ma prima o poi i nodi di un Paese che pure sulle pensioni si ostina e redistribuire ricchezza ben oltre le proprie possibilità verranno al pettine. Sotto questo profilo la facile demagogia non può che accelerare il processo di disfacimento in atto.


di Claudio Romiti