Chi blocca la rinascita di “Elettrocarbonium”?

mercoledì 6 gennaio 2016


Nel febbraio dell’anno 2015 a Narni è stato annunciato una specie di miracolo imprenditoriale, nell’evento-conferenza stampa veniva annunciata la rinascita di Elettrocarbonium, dopo lo stop della multinazionale Sgl che per scelte di strategia abbandonava il sito umbro. Un evento unico nel suo genere: un imprenditore italiano prendeva il posto della “vincente” industria tedesca. Tutti riuniti, autorità, Comune, Provincia e Regione, addirittura un videomessaggio dell’allora viceministro dello Sviluppo Economico Claudio De Vincenti, oggi sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, tutti intorno al cavaliere bianco che ridava speranza alle maestranze di tornare al posto di lavoro, De Vincenti prometteva addirittura un impegno a farsi promotore a livello commerciale presso i produttori di acciaio italiani storici consumatori degli elettrodi prodotti a Narni… Dopo 10 mesi di investimenti e acquisizione di ordini le istituzioni sono assenti e le bonifiche che dovevano fare i tedeschi di Bmw sono un nulla di fatto. Stessa cosa le promesse della politica, dal Pd locale e di Governo solo annunci su annunci.

Oggi dopo 10 mesi abbiamo incontrato il cavaliere bianco, il dottor Michele Monachino, amministratore delegato di Elettrocarbonium, al quale abbiamo chiesto lo stato dell’arte rispetto al programma annunciato a febbraio del 2015.

Avete ripreso la produzione, quante maestranze sono al lavoro?

Abbiamo provveduto ad assumere personale, gradualmente, da marzo. Attualmente abbiamo circa 70 dei 97 dipendenti che costituivano l’organico della multinazionale tedesca.

Lo sviluppo commerciale che state portando avanti è in Italia o anche all’estero?

Abbiamo saputo strutturare un’organizzazione commerciale in grado di guardare alle potenzialità del settore, indipendentemente dall’area geografica. Questo approccio è stato un bene perché in Italia stiamo assistendo a palesi azioni di dumping da parte dei competitors esteri. Tutte le commesse acquisite sono il risultato di accordi commerciali con clienti stranieri.

Gli enti locali come Comune e Regione quale supporto stanno dando rispetto agli impegni presi?

Al momento, concretamente, a parte un piccolissimo incentivo per le assunzioni, zero. Parole tante, ma del resto questa è la politica italiana.

L’ex ministro Claudio De Vincenti ha fornito il supporto annunciato?

Anche in questo caso, purtroppo, dobbiamo dire che non c’è stato alcun tipo di intervento.

Il supporto finanziario bancario è in grado di sostenere la startup?

Ritengo che le banche facciano parte del sistema, anche politico e, in quante parte integrante di quel sistema, lavorano nello stesso modo. Quindi nessuna capacità o volontà di sostegno. Probabilmente per piccole startup si impegnano per qualche migliaia di euro.

Nell’accordo di rinascita un capitolo fondamentale è quello relativo alla bonifica ambientale sui danni creati da Sgl e dalla produzione di oltre 100 anni di attività dello stabilimento, amianto e non solo. Perché ad oggi nulla è stato fatto?

Questa domanda credo vada posta agli Enti e alla Sgl (cosa che faremo al più presto, n.d.r.).

Ci risulta che la proprietà di Sgl è della finanziaria Bmw, la stessa che sostiene la produzione di autovetture, risulta alquanto strano che una azienda così importante non abbia a cuore l’ambiente. Gli importi necessari alla bonifica a quanto ammontano?

Credo sia cosi. La domanda bisognerebbe porla ai tedeschi che negli ultimi tempi, proprio in campo automobilistico, hanno palesato, loro malgrado, il proprio modus operandi. Qui però siamo in Italia, in un altro Paese sovrano, pertanto prima di parlare di loro credo sia doveroso che i nostri governanti facciano rispettare le norme in tema ambientale. Il progetto presentato da Sgl per il piano di bonifica è stato da loro stessi valorizzato in circa 5 milioni di euro.

 

Ad oggi quindi nulla è stato fatto dagli enti né sul fronte bonifica né sul fronte bancario... forse il momento della conferenza di febbraio era propedeutico alle elezioni regionali che hanno visto vincitrice la già in carica presidente. Troppo nebulosa una situazione che mette in pericolo il decollo di Elettrocarbonium (che ha addirittura ordini che coprirebbero il fabbisogno 2016 mettendo in pareggio i conti, questo davvero miracoloso), ma anche i lavoratori che per ora hanno avuto stipendi dall’imprenditore Monachino che sta investendo risorse proprie, fidandosi prima e ancora oggi anche di quelle istituzioni che ad oggi hanno fatto il pieno di voti su promesse come quelle Narni. Nei prossimi giorni faremo domande alla proprietà di Sgl, cioè la Bmw, sulla bonifica, così come chiederemo a Regione e Comune lumi sull’immobilità che mette a rischio l’azienda e i tanti lavoratori.


di Federico Tassinari